È Beppe Grillo che ancora una volta spariglia. Fra battute, satira e blues, il fondatore, con Gianroberto Casaleggio, del Movimento 5 Stelle sale sul palco della quinta kermesse M5s e ruba la scena a tutti i big. Sono su di lui e sul suo ‘attacco’ ai poteri del Quirinale gli occhi puntati al termine di una due giorni, organizzata al Circo Massimo di Roma, per festeggiare i 5 Stelle ormai alla guida del Paese. Tanto che in serata sono fonti dello stesso M5s a voler precisare che le forze di maggioranza e il Governo non intendono riformare i poteri in questione. Non è nel contratto e, si fa notare, Grillo non riveste ruoli istituzionali. Piena fiducia, si apprende, viene poi ribadita nel ruolo di garante della Costituzione del presidente Mattarella. Nessun commento da palazzo Chigi sulle parole di Grillo, ma, anche questa volta, fonti ricordano ancora che nel contratto di governo non è prevista alcuna riforma dei poteri del Colle. Manina di plastica in mano ad evocare le recenti discussioni sul possibili manipolazioni del decreto fiscale che ha diviso per ore la maggioranza, in realtà, Grillo ne ha per tutti: dalle agenzie di rating al presidente francese Macron, per esempio.
A dare il ‘la’ alla giornata stamattina è stato Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro, con un bagno di folla fra gli stand allestiti. Nessuna dichiarazione ai giornalisti e poi di nuovo a parlare alla piazza, nel pomeriggio in cui sono intervenuti anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau che il Movimento mette in rete.
Di Maio annuncia un “manifesto del cambiamento”
Piazza di governo, quest’anno, per il Movimento che alterna le voci dei suoi ministri per spiegare quanto è stato fatto e quanto bisognerà ancora fare. Il cammino è ancora “lungo”, dice il premier Conte e gli altri se ne “facciano una ragione”, si arriverà al “2023” per portare a compimento i punti del contratto di Governo che non era mai stato fatto prima e in cui le “cose sono scritte in modo trasparente”. E “noi – sottolinea Conte – manteniamo le promesse”. Nel frattempo, spiega Di Maio, ci sarà modo anche di ridare “cuore e umanità alle istituzioni europee” e fra gennaio e febbraio, annuncia sicuro che in Ue M5s diverrà ago della bilancia, arriverà il manifesto del cambiamento.
Non solo il Pil e lo spread che possono decidere del futuro di una nazione, spiega Davide Casaleggio agli attivisti arrivati alla manifestazione, che non mancano di fischiare Juncker e Moscovici quando il vicepresidente del Parlamento europeo, Massimo Castaldo, difende la manovra varata dal Governo e la definisce “giusta e del riscatto”. Si parla di reddito di cittadinanza, di giustizia, di vitalizi e contributi alla stampa, di musei e cultura, di riforme, in questi due giorni di raduno a 5 Stelle nella Capitale, e si parla anche della rete che, sottolinea Casaleggio “non indebolisce la democrazia”.
Poi arriva il ‘ciclone Grillo’: annuncia che la sinistra è morta, che l’ironia è il sale della vita, scherza sull’accordo con Matteo Salvini, ma sottolinea che il leader della Lega è uno che dice una cosa e poi la mantiene, “un miracolo” in politica, ed attacca le agenzie di rating e chi come Macron gli dà del lebbroso. Quindi l’affondo sui poteri del capo dello Stato, senza mancare di accennare al vilipendio per cui ha, da un po’ di tempo, una causa in corso: bisognerebbe togliere poteri al presidente della Repubblica che “nomina 5 senatori a vita, presiede il Csm, è a capo delle forze armate. Non è più in sintonia con il nostro modo di pensare”.
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