“De Gasperi, mio padre, visto da molto vicino”

De gasperi mio padre visto da molto vicino

Ricordi inediti, fotografie e appassionate lettere che non ti aspetti, come quella in cui in fondatore della Democrazia Cristiana scriveva alla moglie Francesca «Sento ancora il miele delle tue labbra».  Dopo tanti saggi e libri storici sullo statista, è invece un racconto emozionale su Alcide De Gasperi quello che sua figlia Maria Romana, 95 anni, presidente della Fondazione De Gasperi, ha consegnato a Monica Mondo, aprendole i suoi ricordi, la sua casa di Roma e quella di famiglia di Sella di Val Gardena per il suo documentario  «Mio padre, Alcide De Gasperi», in onda sabato 19 gennaio alle 22 e 15 su Tv2000 e presentato in anteprima oggi pomeriggio all’università Lumsa, con la proiezione seguita da una tavola rotonda. 

Inserito nella programmazione di Tv2000 per la celebrazione del centenario dall’appello ai “Liberi e Forti” con cui don Sturzo dava vita al Partito Popolare di cui De Gasperi nel 1924 fu il primo segretario dopo l’amico sacerdote, in realtà, spiega Mondo all’Agi, il documentario ha curiosamente preso spunto dalla tesi «Operazione Sturzo» per la laurea triennale in Scienze Politiche di suo figlio Francesco. 

Addirittura.

Ho pensato che se un 21enne se ne andava in giro per casa citando De Gasperi e appassionandosi a parole vetuste, forse c’era una possibilità di riproporre anche ai giovani una visione alta della politica con un racconto intimista e ricordi personali da cui emergono rettitudine, fede e voglia di riscatto. 

Come è nata l’idea di dare al documentario un taglio intimista?

Maria Romana De Gasperi, che è stata anche segretaria personale di suo padre, vivendo al suo fianco i primi anni dell’Italia repubblicana, del progetto europeista e il famoso viaggio negli Usa dal presidente Truman nel ’47 mi ha consegnato le sue parole, le lettere, le fotografie conservate nella casa di Sella Val Gardena, dove tutta la famiglia (e lei ancora oggi) passava l’estate spiegandomi: «Oggi un po’ tutti i politici citano mio padre, ma nessuno è come lui». In questo documentario ha voluto staccarlo dai libri di storia e farlo diventare un modello di politico possibile. Mi ha raccontato le lunghe gite in montagna con l’otto volte presidente del Consiglio alla guida del gruppone dei bambini, camminate durante le quali spiegava tutto sugli alberi, sui fiori, sugli insetti e ci insegnava i cori di montagna. Pare che fosse instancabile, non si fermava mai. 

Qual è il ricordo della figlia che più l’ha colpita?

Quello in cui Maria Romana racconta che da bambina considerava suo padre un po’ il suo «principe azzurro» e ci rimase malissimo quando lui raggiunse la famiglia in montagna dopo l’arresto nel ’27 per antifascismo e la detenzione a Regina Coeli. Si trovò davanti un uomo stanco e invecchiato anziché il giovane principe che si aspettava. Ma è toccante anche il racconto relativo al primo incontro con Francesca, la donna che sarebbe diventata sua moglie e la madre delle loro quattro figlie e con cui ebbe un rapporto bellissimo e appassionato, condito da tante lettere d’amore. Quando la incontrò per la prima volta le dava del “lei” perché allora si usava così e, a causa di un forte ascesso ai denti si presentò con un fazzoletto rosso annodato intorno al viso. Se la conquistò in quelle condizioni doveva piacerle proprio tanto.

 Foto: Wikimedia

 Luigi Sturzo 

Il processo di beatificazione di De Gasperi è ancora in corso…

Posso dire che dopo una lunga battuta d’arresto avrà prossimamente una svolta.  Alla figlia ho chiesto «Ma suo padre è un santo?» e lei ha risposto che sicuramente la sua azione politica è stata mossa dagli insegnamenti che gli ha dato la fede. Il mio documentario è però lontano dall’aver voluto realizzare un’agiografia, «un santino» di De Gasperi, e ne mette in luce anche i difetti da padre. Maria Romana ha chiarito che era un uomo austero, talvolta troppo rigoroso che spesso si rivolgeva alle figlie in latino e in greco. Tanto che la figlia ottenne la sua vera considerazione quando lui la vide mentre saltava sul letto recitando la prima declinazione latina «Rosa, rosae…». «Ma studi latino? Allora sei diventata grande…».

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