Il primo passo è infatti quello che ci vede scegliere il nostro istituto di credito tra le varie (a volte anche troppe alternative). Considerate sempre l’istituto bancario in base al paese nel quale volete aprire il vostro nuovo conto e soprattutto, vagliatene le soglie di ingresso. Esistono infatti istituti di credito che richiedono per chi non è residente nel paese, delle soglie di ingresso molto elevate o dei costi di manutenzione e gestione estremamente alti o addirittura proibitivi.
Analizzate ogni aspetto, informatevi presso un consulente se avete modo, richiedete un contatto diretto e, soprattutto, fate i giusto confronti tra banche e banche prima di decidere. Magari informatevi anche sulle esperienze dirette di altri correntisti.
Lo scoglio del fisco per i fondi all’estero.
Una volta capite quelle che sono le procedure per aprire un conto corrente estero e le alternative a nostra disposizione per poterci traferire del denaro dall’Italia, resta l’ultimo grande dubbio: cosa dobbiamo dichiarare all’Agenzia delle Entrate?
Delle alternative viste sopra nei primi due casi ( iban e trasferimento fisico di denaro) c’è bisogno di dichiarare al fisco queste operazioni. Nell’ultimo caso invece sarà obbligo della fiduciaria farlo poiché il denaro passa dall’Italia all’estero tramite il suo conto e non il nostro. Ed è quindi così che la fiduciaria giustifica la sua commissione sull’operazione poichè dovrà agire come un sostituto d’imposta applicandovi le tasse previste.
In conclusione possiamo vedere come, nonostante i leciti dubbi iniziali, aprire un conto corrente all’estero e trasferirvi dei soldi, non è un’operazione complicata né tantomeno illegale o rischiosa.
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