I fronti che restano ancora aperti tra Lega e Movimento 5 stelle 

I fronti che restano ancora aperti tra Lega e Movimento 5 stelle 

“Noi non ci perdiamo nulla a dire che la Lega vuole difendere Berlusconi e si comporta come Forza Italia…”. Dal Movimento 5 stelle continua il pressing affinché la Lega ceda sullo stop alla prescrizione. Dovrebbe arrivare per ora un sì tecnico (ovvero dare il via libera all’ammissibilità dell’emendamento presentato dai pentastellati nel ddl anticorruzione) ma nel merito saranno Salvini e Di Maio a sciogliere i nodi.

“Entro stasera troveremo una soluzione”, garantisce il ministro dell’Interno. In realtà, però, la norma sulla prescrizione rischia di essere l’argomento del braccio di ferro, ma sotto traccia è su tutto il resto del pacchetto anticorruzione che montano i dubbi del Carroccio. Ovvero sul Daspo a vita per i corrotti, sull’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sulla sospensione delle pene accessorie. Su misure che potrebbero colpire amministratori e, questo il timore nella Lega, anche esponenti del partito di via Bellerio. Quella tra M5s e Lega è una battaglia che si gioca anche su sospetti legati a norme ‘ad personam’, ovvero che potrebbero riguardare singoli parlamentari.

Decreto fiscale

E che si combatte pure sul decreto fiscale, con il Movimento 5 stelle che punta ad introdurre misure restrittive per i grandi evasori e anche per i reati tributari, come una eventuale confisca dei beni. L’ultima riunione al ministero della Giustizia sulla prescrizione è durata sei ore, ma senza che le due parti siano riuscite a trovare un accordo. “Vedo la situazione molto complicata”, allarga le braccia un ‘big’ leghista.

La soluzione escogitata dal premier Conte è quella di andare su una distinzione dei reati per lo stop alla prescrizione, ma è una ‘exit strategy’ che potrebbe restare una ipotesi sul tappeto. Perché innanzitutto resta il tema dello strumento che si intende adottare: i Cinque stelle insistono affinchè la norma resti nel ddl anticorruzione, la Lega vorrebbe un binario parallelo e proporre una riforma complessiva. Il muro contro muro sulla giustizia rischia di bloccare anche le altre partite in corso. Dal dl Sicurezza che dovrà arrivare alla Camera, alla legittima difesa (che deve essere approvata sempre dalla Camera), alle nomine che il governo dovrà indicare nelle prossime settimane (tra le altre Consob e vertici dei Servizi).

Rai

Distanze ancora sulla Rai, per esempio: la Lega punta ancora su Casimiro Lieto per la rete Uno, può cedere su Freccero a Raidue, ma l’ad Salini punta – riferiscono fonti parlamentari – su Ciannamea alla rete ammiraglia, sulla Ammirati alla seconda rete e su Coletta per Raitre. Le nomine comunque non dovrebbero arrivare neanche la prossima settimana. “Foa – spiegano fonti ben informate sul dossier – vorrebbe avviare una vera rivoluzione, mentre Salini ha un passo corto, ha vestito i panni del manager, neanche tanto Cinque stelle”.

Il blocco sulle reti di viale Mazzini è solo uno dei tanti nodi da sciogliere sul tappeto (il cambio all’Agenzia spaziale ha irritato e non poco i Cinque stelle) e il rischio – sottolinea chi sta cercando di mediare tra i due azionisti di governo – è che il clima diventi rovente quando si dovrà affrontare la legge di bilancio.

Manovra

Sulla manovra da tempo c’è un contrasto tra la linea di chi avrebbe voluto fermarsi intorno al 2% sul apporto deficit Pil e chi – come il Movimento 5 stelle e l’ala dura del Carroccio – ritiene che occorra andare allo scontro politico. Contrasti sotto traccia – il Movimento 5 stelle avrebbe bloccato la nomina di un esterno alla direzione del personale del ministero dell’Economia – con la necessità però per pentastellati e leghisti di mostrarsi uniti di fronte all’Unione europea. La direzione di marcia dell’esecutivo è quella di rispondere alle istituzioni europee mantenendo immutato l’impianto della legge di bilancio, sfruttando la flessibilità che potrebbe concedere Bruxelles sugli investimenti anche legati al maltempo, ma – dicono le ‘colombè all’interno di Lega e M5s – il rischio di dividersi su tutto può portarci ad un indebolimento di fronte all’Europa, piuttosto che alle elezioni anticipate.

Banche e giustizia

Intanto l’esecutivo sta studiando anche come intervenire sulle banche, visto che l’eventuale allargamento del fondo di garanzia viene ritenuto un intervento troppo dispendioso. Tutto passa ora per la giustizia: “Noi – spiega un esponente di spicco del Movimento 5 stelle – non abbiamo toccato palla sul decreto sicurezza. Non ci hanno fatto cambiare nulla dell’articolo 1, ora devono fare la stessa cosa sulla prescrizione perché è nel programma di governo ed è un nostro cavallo di battaglia”. L’ala movimentista dei pentastellati è in ebollizione. Perché la linea dei vertici M5s è quella di sanzionare i cosiddetti ‘dissidenti’ che con le loro dichiarazioni di dissenso in Aula hanno creato – questa la tesi – un danno al Movimento.

“Ma è anche vero – dice uno dei malpancisti che ha poi votato il dl sicurezza – che noi con i ministri e i sottosegretari leghisti non riusciamo neanche a parlare. Così non si può andare avanti”. Ecco perché in entrambi i gruppi parlamentari di maggioranza si aspetta l’incontro tra Di Maio e Salvini. Con il primo che dal suo ritorno dalla Cina è rimasto silente e il secondo che apre alla riforma della prescrizione “ma non alla sua abolizione”. 

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