Nel M5s sta per scattare la resa dei conti con dissidenti e malpancisti

Nel m s sta per scattare la resa dei conti con dissidenti e malpancisti

 Afp

Al Senato Gregorio De Falco utilizza l’arma dell’ironia. “Ho un assistente distratto e diverse email, non solo una…”.

Anche gli altri ‘dissidenti’ M5s che decisero di non votare il dl sicurezza a Palazzo Madama scherzando sottolineano di non aver controllato negli ultimi giorni la posta elettronica.

Ma a taccuini chiusi più di uno ammette di aver ricevuto la comunicazione da parte del collegio dei probiviri. Secondo quanto apprende l’Agi non si tratta di provvedimenti di espulsione.

Ma nella comunicazione si sottolinea che chi si è sfilato sulla blindatura del dl Salvini ha messo “in imbarazzo” il Movimento e che d’ora in poi sarà sotto esame. “Ovvero verranno studiate le mosse di ognuno di noi”, è lo sfogo di una senatrice M5s.

Qualcuno pensa all’addio

Sulla manovra non ci saranno defezioni nel Movimento. “Non vogliamo dare alcun alibi”, sottolinea la stessa fonte. Ma dopo la discussione sulla legge di bilancio si farà il punto, viene spiegato.

Paola Nugnes, per esempio, ai colleghi ha confidato di avere l’intenzione di lasciare i pentastellati alla ripresa dei lavori parlamentari, iscrivendosi al gruppo misto. La diretta interessata preferisce non parlare ma non si sente più a casa, il suo sfogo raccolto dagli altri dissidenti.

Il ragionamento parte dal dl sicurezza: già si stanno vedendo le storture di quel provvedimento, la tesi. E poi continua con “la retromarcia” M5s sul Global compact, sugli F35 con l’avvertimento che se il Movimento dirà sì alla battaglia leghista sull’autonomia il bicchiere sarà colmo.

È anche una questione interna al Movimento, una ‘querelle’ sulle regole. Tutto parte dal comunicato diffuso subito dopo l’approvazione al Senato del dl Salvini, lì – sottolinea un dissidente – è stato messo nero su bianco che il Movimento è cambiato, che non esistono più i corpi intermedi ma soltanto un’unica linea. “Il malcontento nel gruppo al Senato si sta diffondendo sempre di più. Stiamo parlando di più del 50%” del gruppo”, questo il ragionamento di uno dei dissidenti. Una tesi respinta in toto da un ‘big’ del Movimento.

Isolamento

“Io so soltanto che mi hanno tolto dalle chat”, dice il comandante De Falco, “non voglio uscire. Sono consapevole che fuori dal Movimento non c’è nulla, ma vorrei dare un contributo per cambiare la direzione che è stata intrapresa. Tornare alle origini, questo è il problema”.

Al suo fianco su un divanetto, in attesa di capire quando si voterà la manovra, c’è la senatrice Elena Fattori: “Io non mi metto fuori. Vediamo però se ci sarà l’espulsione. Conosco il Movimento, nel momento in cui si va verso una direzione si arriva a quell’obiettivo. Speriamo di no ma siamo stati emarginati”, si lamenta, “va bene sulla manovra, ma non possiamo votare sempre con la fiducia, la prossima volta dirò di no se non sono convinta”.

Appuntamento dopo le Feste

“Ci hanno escluso”, allarga le braccia De Falco. Vicino a lui ci sono altri due senatori e non sono Matteo Mantero e Virginia La Mura, i due ‘dissidenti’ anche loro al centro dell’istruttoria. “Siamo tutti in una sorta di limbo”, questo il ‘refrain’. Alcuni dei dissidenti stanno scrivendo una memoria di difesa, anche se appunto non c’è da parte dei vertici M5s l’intenzione di cacciarli dal gruppo. Solo una ‘reprimenda’, quindi. “Ma su quali basi? Le regole parlano chiaro: ognuno di noi teoricamente può esprimere le proprie opinioni”, dice De Falco.

 M5s manifestazione, bandiera #iodicono (Agf)

L’eco dello scontro a palazzo Madama quindi non si è ancora spenta. La Nugnes per esempio aspetta di vedere che fine farà la legge sul consumo sul suolo e soprattutto se M5s dirà sì alla battaglia della Lega sull’autonomia. In ogni caso non ci sarà un nuovo ‘caso Dall’Osso’. Nessuna intenzione da parte dei dissidenti di andare in FI. Il nostro capogruppo non c’entra ma il malessere c’è, ammettono in diversi, anche se – ripetono i malpancisti – non c’è alcuna corrente.

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