AGI – Tre centri di ricerca e sviluppo dove si fa sperimentazione sulle tecnologie legate al settore broadband, in cui si testano modalità di trasmissione dati che poggiano sui nuovi materiali e sulla fotonica. Dove soprattutto si lavora ai nuovi servizi legati al 5G, le reti superveloci di nuova generazione, e anche al 6G, “tecnologia che sarà in grado di abilitare il cosiddetto Internet dei sensi. Ogni volta che c’è una transizione tecnologica la domanda è sempre la stessa: che cosa ne faccio? Per questo è importante lavorare sui servizi che le nuove tecnologie possono offrire”. Parola di Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia.
Proprio della compagnia svedese stiamo parlando, che la scorsa settimana ha tenuto il suo annuale Ericsson R&D Day: 700 ricercatori per fare il punto sui risultati e gli sviluppi dei tre centri ricerca della compagnia: Genova, Pisa e Pagani (in provincia di Salerno).
“Si tratta di realtà vicine ai centri di ricerca e alle Università” ha detto sempre Pane. Che vuol dire dialogare con il territorio. E con le aziende. Perché fondamentale è “l’ancoraggio con il territorio e la collaborazione con startup e PMI innovative”.
La trasmissione fotonica e l’uso del grafene
Intanto, dall’incontro sono emersi anche alcuni dati, utili per capire su che settori sta investendo la compagnia svedese. Parliamo di “brevetti sull’uso di materiali nuovi come il grafene, che ha caratteristiche superiori al silicio e performance migliori anche in termini di sostenibilità”.
Parliamo di brevetti sulla “sicurezza. Il cloud è sì molto flessibile, ma aumenta la vulnerabilità della rete su attacchi hacker e malevoli” e di “brevetti con sistemi che includono Machine Learning e Artificial Intelligence per far sì che la macchina impari quali siano gli eventi considerati malevoli, filtri gli attacchi e collabori con gli umani”. Brevetti? Sì c’è anche un numero. 750
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