Conte va a Bruxelles per convincere l’Ue che la manovra funziona

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 Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker

Due ore a cena al 13mo del Berlaymont, sede della Commissione europea. Jean Claude Juncker attende Giuseppe Conte per affrontare il capitolo ‘manovra italiana’. Il presidente dell’esecutivo Ue vedrà il premier italiano subito dopo il primo ministro britannico Theresa May, alla vigilia del Consiglio europeo sulla Brexit. E anche solo dalla calendarizzazione si comprende l’urgenza dell’incontro, che arriva a 36 ore dalla bocciatura della legge di bilancio da parte di Bruxelles.

Cena leggera per un conto salato

Appuntamento alle 19,30, quindi, nel palazzo della Commissione per una cena leggera che dovrebbe terminare per le 21,30. ‘Piatto forte’ la manovra del governo del cambiamento che a Bruxelles risulta ‘indigesta’ soprattutto per i saldi che l’esecutivo Conte al momento non ha alcuna intenzione di cambiare, cioè correggere l’obiettivo di rapporto deficit/Pil per il 2019 al 2,4%.

Al confronto con Juncker, Conte sarà accompagnato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, mentre per parte Ue siederanno i commissari Pierre Moscovici, e Valdis Dombrovskis.

“Dobbiamo incoraggiare la crescita”

“Alla Commissione domani dirò che il governo italiano vuole garantire l’obiettivo della stabilità finanziaria”, ha spiegato Conte, parlando da Napoli, “Da questo punto di vista siamo assolutamente concentrati nel raggiungimento di questo obiettivo. Ma è anche vero che per perseguirlo, la linea migliore, il modo migliore è quello di assecondare e promuovere la crescita. Diversamente andremo in recessione”.

Da settimane il premier va ripetendo che il suo obiettivo è di “spiegare” l’impianto della legge di bilancio, che comunque rimane “confermato”, ai partner europei, con i quali intende portare avanti un “dialogo costruttivo”. E’ una manovra “ben studiata”, ha rivendicato Conte, “orientata alla riduzione del debito, obiettivo che abbiamo in comune con l’Ue”, attraverso un “piano di riforme” e al sostegno della “crescita economica” nel Paese. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano che il governo si pone con “responsabilità” davanti all’avvio della trattativa con l’Ue. L’esecutivo “vigila” con attenzione l’andamento dello spread Btp-Bund, si rimarca, ma è “determinato a seguire la strada della crescita”.

Obiettivo tempi lunghi

Oltre all’insistenza su riforme e crescita, uno dei pochi margini che il governo potrebbe ottenere è sulla tempistica. L’Italia chiederà “tempi di attuazione molto distesi” se l’Ecofin, accogliendo la proposta della Commissione europea, dovesse formalizzare la procedura di infrazione per deficit eccessivo dovuta al calo insufficiente del rapporto debito/Pil, ha anticipato ieri Conte, durante l’informativa alla Camera.

Uno spiraglio è arrivato oggi da Moscovici: “La mia porta resta aperta alle autorità italiane e sono convinto che potremo accordarci su soluzioni condivise nell’interesse degli italiani e della zona euro, è un percorso esigente ma praticabile, voglio crederci”, ha scritto sul suo blog il responsabile agli Affari economici della commissione.

“Le regole valgono per tutti”

Moscovici ha poi ribadito che “è giustificato” quanto indicato mercoledì all’annuncio del giudizio negativo sulla legge di bilancio italiana e della conclusione che una procedura per violazione della regola del debito. “La nostra opinione è la conseguenza logica e attesa della decisione dell’Italia di non rispettare le regole per il 2019 lasciando aumentare il deficit pubblico, previsto al 2,4% del Pil invece dello 0,8% promesso a luglio, cosa che farà aumentare ancora il debito pubblicò, ha aggiunto. “Il nostro obiettivo – ha chiarito – non è sanzionare le autorità italiane né di intervenire negli affari interni dell’Italia, ma di far rispettare le regole” sottoscritte da tutti gli Stati Ue.

Ma la missione di Conte e del governo si preannuncia tutta in salita e i margini di trattativa molto ristretti. Dal Tesoro si invita alla prudenza. Domani il governo si troverà davanti “all’inizio di un negoziato delicato”, si sottolinea, che ha come “obiettivo arrivare ad un accordo con l’Ue” in una trattativa complessa attorno alla quale sarebbe meglio mantenere il “massimo riserbo”.

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Alberto PIZZOLI / AFP
 

 Giovanni Tria e Pierre Moscovici

Nessuna concessione, nessuna soluzione

Se, come annunciato, non ci saranno correzioni sui saldi, non appaiono esserci le condizioni per una risposta positiva da parte della commissione. Così come l’esecutivo Ue dovrebbe respingere al mittente ogni ragionamento, esplicitato da Conte anche nei giorni scorsi, su una attribuzione delle responsabilità sul debito al governo al governo precedente perché riferito al 2017. Uno dei pochi margini, quindi, potrebbe essere una distensione dei tempi, evocata anche dai due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, nelle loro dichiarazioni odierne.

L’ottimismo di Di Maio

“Quando la manovra sarà approvata definitivamente entro fine anno, e si vedranno le nuove misure, tutti capiranno“, ha garantito il capo politico dei 5 stelle. “Quando dico che i mercati capiranno – ha precisato – non dico che dovranno farsene una ragione, dico che questi sono stati giorni di tensione con Bruxelles, stava per arrivare la procedura di infrazione, sono giorni in cui la manovra è ancora in discussione, quindi si può avere   il timore che possa partire un emendamento in aula che possa   peggiorarla”.

“Se fossi a cena con Juncker chiederei rispetto: non hanno detto nulla su manovre economiche del passato che hanno fatto male all’Italia e hanno impoverito gli italiani e gli chiederei 12 mesi di attenzione a quello che succederà, noi siamo convinti che l’Italia starà meglio tra 12 mesi”, ha sostenuto, dal canto suo, Salvini. “Mandare ispettori – ha proseguito il vicepremier leghista – sanzioni, minacce, ricatti, ritorsioni, no. Noi non vogliamo litigare con nessuno, quindi, il presidente del Consiglio ha il mio e il nostro mandato di andare a dialogare, a rasserenare e spiegare le riforme in essere: il codice degli appalti, la sburocratizzazione, l’anticorruzione, l’antimafia, il decreto sicurezza che porta il mio nome e quindi io son convinto che l’Europa ci lascerà lavorare tranquillamente”.

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