Cosa c’è da sapere sui nuovi iPad e MacBook presentati da Apple

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 Tim Cook con il nuovo MacBook Air

Nell’accademia della musica di Brooklyn c’è un clima diverso rispetto allo Steve Jobs Theatre. New York ripaga la scelta di Apple con un’ovazione per Tim Cook e con abbondanza di ululati per i nuovi prodotti. Tanto che il ceo azzarda: “Devo trasferirmi qui”.

La Mela ricompensa il pubblico confermando le attese. Nessuna sorpresa, eccezion fatta per l’esibizione di Lana Del Rey che chiude l’evento. Per il resto c’è stato quello che ci si aspettava: due nuovi iPad Pro, un MacBook Air e un Mac Mini.

L’iPad Pro abbandona il tasto Home

L’iPad Pro si prende gli applausi di una platea assai generosa. Apple aggiorna il suo tablet di punta dopo quasi un anno e mezzo. Il ritocco estetico è evidente: si ritorna al passato, con linee più spigolose e angoli meno smussati. Si discosta invece dalla tradizione dicendo addio al tasto “Home”, che ha contraddistinto il dispositivo dal 2010 fino a ieri. Scelta coerente con lo stile e la tecnologia proposti sugli iPhone X e XS. Abbandonare il tasto Home permette di restringere i bordi ed è accompagnato dall’arrivo del Face ID, il sistema di riconoscimento facciale per sbloccare il dispositivo.

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 Il nuovo iPad Pro

Bordi ridotti si traducono in display più grandi a parità di dimensioni complessive del tablet. E così il nuovo iPad Pro sale nella versione più piccola da 10,5 a 11 pollici. Quella più grande resta di 12,9 pollici, ma si rimpicciolisce. I nuovi iPad Pro sono molto sottili, appena 5,9 millimetri (il 15% in meno dei predecessori) e, nel complesso, tagliano il volume di un quarto.

L’altra novità è l’esordio di un attacco Usb-C, un inedito assoluto su iPad che lascia ai soli iPhone il connettore “lightning” che ha contraddistinto a lungo i prodotti Apple. C’è anche un nuovo Pencil, la seconda generazione del pennino digitale tanto odiato da Steve Jobs ma ripescato da Cook. Pencil 2 diventa una sorta di mouse volante. Mentre lo si impugna, bastano due “tap” sulla bacchetta per cambiare strumento (per scrivere, cancellare, tratteggiare). La ricarica si attiva appliccando il pennino al tablet.

Ridisegnato anche un altro accessorio: la tastiera integrabile, che fa anche da cover. Sotto la scocca c’è un nuovo processore, l’A12X Bionic che promette prestazioni migliori, elaborazioni grafiche a livello console e nuove funzioni in realtà aumentata, come dimostrano anche le presentazioni sul palco di Photoshop e del videogioco dedicato alla Nba.

L’iPad Pro si propone quindi come un prodotto che non punta solo al mercato dei tablet ma ambisce (sia nella produttività che nell’intrattenimento) a sconfinare in quello degli ibridi 2-in-1 e, in parte, a rubare qualcosa ai portatili. Non a caso Cook sottolinea che le vendite dell’iPad sono superiori a qualsiasi altro dispositivo portatile (non solo tablet) dei concorrenti. I prezzi di partenza sono 899 euro per la versione da 11 pollici e 1119 euro per quello da 12,9 pollici. Preordini da subito, disponibilità dal 7 novembre.

MacBook Air e Mac Mini

Apple aveva rinnovato MacBook e MacBook Pro ma non toccava la gamma Air (la più sottile e leggera) dal 2015. Ecco l’aggiornamento. Esordisce il display retina, che offre maggiori prestazioni con 4 milioni di pixel. Le dimensioni dello schermo restano le stesse del predecessore: 13,3 pollici, definita da Apple “la misura perfetta” per raggiungere l’obiettivo degli Air, fondere maneggevolezza e prestazioni.

La Mela ha lavorato per ridurre le dimensioni: il nuovo portatile è il 17% più piccolo del precedente e il 15% più sottile (15,6 millimetri), per un peso di un chilo e 250 grammi. La capacità di conservare il display da 13,3 pollici con dimensioni complessive minori deriva dallo stesso accorgimento adottato sull’iPad Pro: bordi più sottili.

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 Il gioco Nba utilizzato per mostrare la potenza del processore grafico del nuovo iPad Pro

Si ingrandisce invece il touch pad: la base per governare il puntatore è il 20% più ampia. Cambiano anche la dotazione audio e i processori. Integrato nella tastiera c’è il sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. in Italia, il MacBook Air parte da 1.379 euro e sarà disponibile dal 7 novembre. Il tris di dispositivi si chiude con il Mac Mini, il piccolo computer fisso che Apple non rinnovava dal 2014. La sua è stata la presentazione più scarna: promette di essere cinque volte più veloce del suo predecessore, Ram fino a 32 GB e memoria fino a 2 terabyte. Il Mini, cosi come l’Air, è prodotto con il 100% di alluminio riciclato e ha un prezzo di partenza di 919 euro.

Gli assenti: AirPower e AirPods

Da qualche giorno non se li aspettava nessuno. Quindi non si può parlare di delusione. Ma, come già in occasione del lancio degli iPhone, spicca l’assenza di due gadget. Non pervenuta la base di ricarica AirPower. Annunciata più di un anno fa, non è mai arrivata in commercio, a quanto pare per problemi legati a un riscaldamento eccessivo. Cupertino aveva promesso, dopo i primi ritardi, l’approdo in negozio entro il 2018. Mancano due mesi alla fine dell’anno, non sono previsti altri eventi di Apple e l’AirPower sembra scomparso nel nulla. Nessun cenno, né sul palco né sul sito ufficiale della Mela. Eppure Cupertino avrebbe tutto l’interesse di affrettarsi, perché le basi di ricarica senza fili stanno diventando più diffuse ed evolute (come Pixel Stand di Google). Perdere tempo significa anche perdere posizione in un nuovo mercato. Si sono perse le tracce anche dei nuovi AirPods: gli auricolari wireless dovrebbero rinnovarsi con una custodia da posare sull’AirPower per ricaricare le cuffie. L’impressione è che far viaggiare in coppia auricolari e base non sia stata una gran trovata.

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