Sommario
Alessandro Serrano’ / AGF
Sergio Mattarella
Sergio Mattarella ha firmato la manovra, con la quale si sono evitati sia l’esercizio provvisorio che la procedura di infrazione Ue ed ha deciso di non aggiungere nulla alla firma con cui si autorizza la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Meglio chiudere un capitolo lungo e complicato, incassando di aver contribuito a convincere le parti, governo e commissione Ue, a tornare al tavolo della trattativa sui conti pubblici dopo uno scontro andato avanti per mesi.
Certo, molte sono le critiche che si levano nel merito e nel metodo verso il governo per come ha varato la legge di bilancio. Ma se nel merito il presidente della Repubblica non intende intervenire, poiché spetta a governo e Parlamento legiferare e perché su alcune norme lo stesso esecutivo ha già annunciato di voler intervenire con correzioni, sul metodo il Presidente qualcosa dirà.
Non con una lettera di accompagnamento alla firma della manovra, per non riaprire polemiche e non delegittimare i presidenti delle Camere, ma già domani sera, davanti agli italiani che staranno per sedersi al tavolo per il cenone, potrebbe ricordare quel che ha già detto di recente, nel discorso alle Alte cariche prima di Natale, quando ha ricordato la centralità del Parlamento e l’importanza di non mortificarlo, essendo la sede vera della sovranità popolare.
Un anno cruciale per l’Italia
Ora quel che attende il Paese è un anno cruciale, il rapporto con la Ue è di tregua ma gli occhi della commissione, come anche dei mercati, sono puntati sui nostri conti pubblici e si dovrà proseguire con politiche attente all’equilibrio di bilancio, evitando magari scossoni politici come quello che potrebbe derivare da un rimpasto, peraltro smentito da tutti i componenti dell’esecutivo.
Nel discorso di domani, poi, Mattarella farà un breve bilancio dell’anno passato e soprattutto guarderà all’anno che viene, facendo notare come la crisi non possa dirsi completamente alle spalle, pur essendo ormai superati i momenti piu’ bui, e sottolineando, ancora una volta, l’importanza del lavoro e della sua dignità.
Come ha fatto ieri, concretamente, premiando 33 eroi di tutti i giorni impegnati nel volontariato e nella solidarietà, farà notare che un paese avanza se è unito e se ognuno si sente parte di una comunità, dai singoli alle istituzioni. Meglio evitare dunque individualismi sul piano personale ed eccessi di autonomismi sul piano istituzionale.
Il 2019 e lo snodo europeo
L’anno che si apre sarà poi per l’Europa un momento di snodo, durante il quale saranno i cittadini a esprimere con il loro voto un giudizio su quale potrà essere il futuro del continente. E anche su questo fronte è chiaro che l’invito del Presidente sarà per una assunzione di responsabilità collettiva perchè, come ama ripetere, nessun paese da solo puo’ affrontare le sfide dell’oggi e l’Europa, pur migliorabile, è ancora uno strumento potentissimo di pace e benessere.
Contrariamente a quanto succedeva negli ultimi anni, non ci saranno poi contro-discorsi dei leader politici. Se è vero che Beppe grillo terrà il suo tradizione discorso via web, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno preferito invece riservarsi un intervento il 1 gennaio. Mentre Matteo Salvini ascolterà per il secondo anno consecutivo le parole del Presidente e si limiterà ad augurare via Facebook un buon anno ai suoi sostenitori.
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