Cosa si dice nel M5s della possibilità di accordo col Pd

Cosa si dice nel m s della possibilita di accordo col pd

Francesco Fotia / AGF

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista

È stretta la via che potrebbe condurre ad un esecutivo M5s-Pd, ma nulla toglie che le due forze politiche diano vita a un dialogo per verificare se ci siano le condizioni di un nuovo patto di Governo.

In casa M5s non sono pochi – anzi c’è chi sostiene che si tratti della quasi totalità degli eletti – a ritenere che un tentativo vada fatto e che al centro debbano essere posti soprattutto i temi e non solo i nomi. Il segretario Dem, Nicola Zingaretti, più volte ha ribadito che, semmai nascesse un nuovo esecutivo, dovrebbe essere nel segno della discontinuità e ha chiuso a un Conte bis.

Anche di questo si dovrà, nel Movimento 5 Stelle, tenere conto per arrivare ad una decisione, con la consapevolezza di essere il primo partito e di poter dare le carte. L’eventuale passo indietro degli attuali ministri, c’è chi osserva tra i pentastellati, potrebbe essere un punto di forza per il Movimento. A dimostrazione che nessuno è attaccato alle poltrone, viene sottolineato, e che contano gli obiettivi da perseguire.

Quanto al capo politico, Luigi Di Maio, e al premier dimissionario Giuseppe Conte, la premessa è chiara: Di Maio è una persona capace, intelligente e carismatica da cui non si può prescindere, è la linea del Movimento che, comunque, ‘sta’ con il suo capo politico.

Conte ha dimostrato di essere una risorsa importante per l’Italia e non dargli un ruolo o proporgli l’incarico di commissario europeo sarebbe un grave errore, è sempre il ragionamento che si fa fra i pentastellati. Gode di ampio consenso nel Paese ed è percepito, nel suo ruolo e modo di portarlo avanti, come una sorta di rivoluzione rispetto al passato, viene notato, prospettando la necessità di affidargli, semmai accettasse, un ministero di peso, altrimenti sarebbe uno spreco non solo indirettamente per il Movimento, ma per l’Italia.

Ma c’è chi – sottolineando che è uscito da vincitore nella partita che ha portato alla crisi – non sarà semplice fargli dire un altro sì.

La discontinuità, nel mix di temi e figure per la nascita di un governo nuovo, dipenderà, comunque, dall’equilibrio che si riuscirà a raggiungere. Nel M5s c’è chi pensa che non vi siano, da parte dei possibili interlocutori, veti specifici su determinate figure e che la partita è aperta, anche se ancora in alto mare. Non solo, quanto alle ‘condizioni’ dettate in 5 punti da Zingaretti si ritiene che si tratti di temi che rientrano nelle corde M5s, ma che vanno declinati.

Ritornando al nodo della composizione dell’eventuale nuovo governo, la presenza di alcune personalità – si riflette sul ruolo di Di Maio e Conte – potrebbe avere un senso se si giunge ad una determinata soluzione, così come potrebbe non averla se il punto di caduta, non auspicato da nessuno, fosse un altro, come quello di un governo tecnico.

Inoltre, osserva una fonte qualificata M5s, Conte non farebbe mai un passo che potrebbe far anche solo pensare che il suo eventuale nuovo incarico rientrasse in un progetto preesistente alla crisi. Semplicemente tornerebbe a fare il professore.

Quanto a Di Maio, ha incontrato i suoi capigruppo di Senato e Camera, in vista delle Consultazioni al Quirinale. Bocche cucite con i cronisti per rispetto istituzionale nei confronti di Mattarella. La posizione di M5s si conoscerà solo dopo il colloquio con il Capo dello Stato.

Il Movimento ha precisato che “quanto riportato da alcuni organi di stampa è totalmente falso”. Di Maio “non ha mai chiamato alcun leader politico. Sono invece numerose le sollecitazioni che il M5s riceve in queste ore da più parti”. Concetto poi ribadito: “A seguito della crisi di governo aperta da Matteo Salvini e dalla Lega, il M5s ritiene opportuno in questa delicatissima fase per il Paese attendere l’esito delle consultazioni che dirigerà il capo dello Stato Sergio Mattarella. In queste ore riceviamo appelli da più parti, il M5s coglie dunque l’occasione per ricordare a tutte le forze politiche di essere il primo partito in Parlamento, con una propria maggioranza relativa. Domani, al termine delle consultazioni, comunicheremo le nostre valutazioni. Questo è il momento del rispetto delle istituzioni”. 

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