I cinque anni di Salvini al timone della Lega

I cinque anni di salvini al timone della lega

Max Ferrero/Sync / AGF 

  Matteo Salvini e Umberto Bossi al Congresso Federale Lega Nord, il15 dicembre 2013.

Cinque anni alla guida della Lega. Il 7 dicembre del 2013 si tennero le prime primarie mai celebrate nel Movimento che fu di Umberto Bossi. E, nel giorno di Sant’Ambrogio, il milanese Matteo Salvini si affermò, 82 a 18 per cento, proprio contro l’anziano senatur che, ‘ammaccato’ dallo scandalo sui fondi del partito, si era dimesso un anno e mezzo prima.

Già dal congresso del 15 dicembre, che lo elesse formalmente, si notò l’impronta che il nuovo segretario federale voleva imprimere al Movimento: Salvini invitò all’assise rappresentanti dei partiti euroscettici, nazionalisti e sovranisti, come il Front national di Marine Le Pen, ispiratori di quello che sarebbe stato il nuovo corso.

In pochi anni Salvini è riuscito a traghettare la Lega ‘nordista’ ereditata dai suo mentori, Bossi e il suo successore Roberto Maroni, a un partito nazionale che sui prepara a occupare piazza del Popolo a Roma sotto il segno del Tricolore. Una rivoluzione simbolica e di significato se si considera che fino a pochissimi anni fa il segretario leghista indossava t-shirt con scritto ‘Padania is not Italy’ e diceva apertamente ‘L’Italia non mi rappresenta’ (oltre a tutti gli insulti e le offese ai simboli nazionali per cui altri componenti del partito, come Bossi, furono accusati di vilipendio).

2014

La prima sfida di Salvini alla guida della Lega fu la sopravvivenza. Il ‘capitano’ leghista ereditò un Movimento ai minimi storici di consensi dopo lo scandalo dei fondi e riuscì nella sfida di andare oltre la soglia di sbarramento del 4% alle successive Europee, del maggio 2014, affermandosi al 6,15%. Lo fece grazie alla campagna fortemente euroscettica e contro la moneta unica, con lo slogan ‘Basta euro’ aggiunto persino sul contrassegno elettorale.

2015 

Il 2015 è l’anno della svolta nazionale e della prima manifestazione della Lega sotto il Po, il 28 febbraio proprio in piazza del Popolo (con la celebre sfilata in piazza di CasaPound, Movimento con il quale la Lega ha poi avuto un rapporto contrastato). A fine 2014, Salvini fondò anche il Movimento ‘Noi con Salvini’ con il quale correre alle elezioni al Centro e al Sud. Il 2015 fu anche l’anno delle Regionali, con la conferma di Luca Zaia in Veneto e la ‘presa’ del centrodestra sulla Liguria con l’azzurro Giovanni Toti. Oltre che l’anno dello duro scontro con Flavio Tosi, che portò all’uscita dell’ex sindaco di Verona dal partito.

2016

Nel 2016 Salvini sostenne, a tratti con qualche polemica, la campagna del candidato del centrodestra Stefano Parisi alle amministrative milanesi. Mentre l’anno successivo fu compiuta la svolta nazionale con la vittoria alle primarie contro lo sfidante ‘nordista’ ed ex assessore lombardo Giovanni Fava e il successivo congresso di Parma sotto lo slogan ‘Prima gli italiani’.

2017

La storia recente è segnata dalle tensioni con Maroni, che un anno fa, ha rinunciato alla ricandidatura in Lombardia e dalla fondazione del nuovo partito ‘personale, ‘Lega Salvini premier’ in vista delle politiche del 4 marzo. Da dicembre 2017, Salvini è segretario di due partiti: la ‘vecchia’ Lega Nord per l’indipendenza della Padania e la nuova Lega Salvini premier. Dal contrassegno elettorale della politiche è stata però tolta la desinenza geografica Nord, tutti i gruppi, anche parlamentari, si chiamano ‘Lega Salvini premier’, e di recente il capitano leghista ha fatto sapere che alle prossime europee di maggio 2019 correrà con il nuovo Movimento, ‘rottamando’ de facto la Lega fondata da Bossi a Pieve Emanuele nel febbraio 1991.

2018

Il 2018 ha segnato anche il tramonto, quantomeno a livello di governo nazionale, della storica alleanza di centrodestra, con Forza Italia di Silvio Berlusconi e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. E la nascita, sotto l’egida del contratto di governo e dopo mesi di trattative, dell’esecutivo del “cambiamento” M5s-Lega. Un’alleanza “impensabile” – ha detto Salvini – prima del voto del 4 marzo ma che si pone “l’obiettivo di durare 5 anni”.

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