Il governo ha fatto l’accordo con l’Europa sulla manovra

Il governo ha fatto laccordo con leuropa sulla manovra

 Afp

 Jean Claude Juncker e Giuseppe Conte

È stato decisivo il colloquio telefonico con Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea dal 2014 ed esponente dei ‘falchi’. I contatti tra il premier Giuseppe Conte, il guardiano dei conti europei e il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, hanno spianato la strada all’accordo ‘tecnico’ tra Roma e Bruxelles. Crescita all’1%, rapporto del deficit/Pil confermato al 2,04%. Mancava un miliardo all’appello, poi le posizioni si sono avvicinate ulteriormente.

Palazzo Chigi è prudente: “Ci sono state solo comunicazioni verbali da parte dei commissari Moscovici e Dombrovskis, ma – hanno sottolineato fonti dell’esecutivo – non c’è ancora la comunicazione ufficiale da parte della Commissione europea. Ed ancora: “Occorre attendere che si completi la procedura per poter considerare definitivamente conclusa la negoziazione”.

La mano tesa di Moscovici

Distensive le dichiarazioni arrivate da Moscovici: “Sto lavorando per evitare sanzioni sulla manovra”. “L’Unione Europea – ha sostenuto – sta tentando di trovare la soluzione per evitare sanzioni. Sono fiducioso. Stiamo lavorando senza sosta per fare in modo che l’Italia realizzi le politiche che desidera rispettando le regole”. Le frasi di Moscovici sono state accolte positivamente da Matteo Salvini: “Meglio tardi che mai. Mi fa piacere”. Il ministro dell’Interno esprime “grande soddisfazione per il risultato raggiunto, per i miglioramenti inseriti ascoltando categorie e associazioni. Finalmente – dice – da gennaio la manovra diventano soldi veri per aiutare milioni di italiani”.

Esulta anche Luigi Di Maio: “Portiamo a casa la manovra senza tradire le promesse e senza infrazione”. ‘Quota 100′ “partirà da febbraio”, mentre il reddito di cittadinanza “prenderà il via il mese successivo, a marzo”, ha spiegato il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, “poiché partono un po’ dopo, costeranno un po’ di meno”. M5s e Lega hanno accettato le modifiche.

Alle 12 parla Conte

A mezzogiorno sarà il presidente del Consiglio Conte ad illustrare al Senato i contenuti della nuova legge di bilancio. Il lavoro in commissione riprenderà dopo l’informativa del Capo del governo e dovrebbe concludersi venerdì 21. Poi il testo andrà in Aula. Le modifiche su reddito di cittadinanza e ‘quota cento’ dovrebbero arrivare con un maxiemendamento o con due dl separati da approvare in Cdm tra Natale e Capodanno (la data potrebbe essere quella del 28 dicembre). Nel frattempo proprio per il prolungarsi dei lavori in Parlamento è stata rinviata la conferenza stampa di fine anno.

Il ruolo di Mattarella

Anche ieri è continuata la moral suasion di Sergio Mattarella affinché si giunga a una soluzione positiva della trattativa con Bruxelles. Una moral suasion, a Roma come a Bruxelles, compiuta soprattutto tramite i contatti con il premier Conte. Ovviamente il presidente della Repubblica tiene i fili del dialogo anche con diversi altri esponenti di governo ma il focus principale è quello tra Colle e palazzo Chigi. Il Capo dello Stato si informa anche dei tempi dell’esame parlamentare della manovra anche se per ora non si intromette in questi dettagli che attengono ai rapporti tra governo e Parlamento.

Manca solo l’annuncio ufficiale

Ad ogni modo, dopo la lunga e complessa trattativa con l’Europa sulla manovra, il traguardo sembra raggiunto. Manca l’ufficializzazione ma il governo italiano e la Commissione europea – secondo fonti del Mef – avrebbero siglato un accordo “tecnico” che domani sarà al vaglio dei commissari Ue. Da Palazzo Chigi trapelano ottimismo e prudenza. L’invito è quello di mantenere la riservatezza per l’ultimo tratto del negoziato avviato per evitare al Paese la procedura di infrazione dopo la bocciatura della manovra. Prima di qualsiasi annuncio, si aspetta la comunicazione ufficiale da parte dell’esecutivo Ue attesa per domattina.

I ritocchi delle ultime ore

La retromarcia compiuta dal governo, che ha ridotto il deficit/pil nominale dal 2,4% al 2,04%, non sembrava fino a poche ore fa sufficiente a soddisfare le richieste europee. Bruxelles ha sempre insistito infatti su una riduzione del disavanzo strutturale. E per giorni la trattativa è andata avanti, passando dal livello tecnico al livello politico.

Il governo italiano ha inviato a questo punto  alla Ue un nuovo schema dei saldi accompagnato, secondo quanto trapelato, anche da una revisione della stima di crescita del Pil dall’1,5% all’1% per il 2019. “Credo che l’1% possa essere un target non solo realizzabile ma realistico, e che sulla base di questo obiettivo si possa sviluppare una politica d’investimento sana”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni, osservando come “la revisione di questo parametro sia già stata abbondantemente anticipata” perché “i dati dicono che c’è un rallentamento dell’economia mondiale”.

Ora al Senato

Se nelle prossime ore l’intesa sarà ufficializzata il governo dovrebbe presentare un maxiemendamento in Aula al Senato con le modifiche alla manovra che riguarderanno le due misure cardine: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, con un taglio di circa 7 miliardi della spesa in deficit.

In manovra al momento sono stanziati circa 16 miliardi per i due interventi bandiera: i 6,7 miliardi previsti per quota 100 dovrebbe essere decurtati di circa 2 miliardi, come annunciato da Matteo Salvini. La dote per il reddito di cittadinanza dovrebbe scendere da 9 a 7,1 miliardi – di cui uno riservato ai centri per l’impiego – e i beneficiari saranno 5 milioni. Il provvedimento dovrebbe partire a fine marzo 2019. Ma non è ancora chiaro come saranno rimodulate le due misure cardine. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nei colloqui con i partner europei avrebbe espresso la contrarietà del governo alla sottrazione di ulteriori risorse a quota 100 sulle pensioni e a un eventuale rinvio del reddito di cittadinanza a giugno.

 Juncker e Moscovici

Riserbo a Bruxelles

Massimo riserbo a Bruxelles sulle notizie trapelate da Roma del raggiungimento di un accordo. “Il collegio dei commissari ne discuterà domani”, si è limitato a dichiarare un portavoce della Commissione.

In attesa del responso Ue, i lavori in Parlamento restano bloccati. Le opposizioni hanno chiesto e ottenuto il fermo della commissione Bilancio di Palazzo Madama fino al termine delle comunicazioni sull’esito della trattativa che il premier Conte terrà nell’Aula del Senato a mezzogiorno. Dopo le parole del presidente del Consiglio – e il dibattito che ne seguirà – la Bilancio riprenderà l’esame degli emendamenti al testo approvato dalla Camera. I tempi saranno strettissimi perché la manovra è attesa in Aula per le 17 di giovedì, come ha stabilito la capigruppo.

Cosa c’è dentro

Sul tavolo i senatori troveranno anche il pacchetto di emendamenti presentato oggi dal governo e il fascicolo delle modifiche depositato dai relatori. Una quarantina di misure in tutto: dal nuovo gioco che andrà a sostituire il Totocalcio e il Totogol, alla stretta anti-pirateria per la trasmissione della partite di calcio, alle norme per le Bcc che consentiranno di sterilizzare i danni al patrimonio derivanti dall’aumento dello spread. In arrivo anche la stangata per gli Ncc (che numerosi hanno protestato davanti all’ingresso principale del Senato per tutto il pomeriggio) ai 50 mln di  incentivi per le assunzioni nelle università statali più virtuose.

Presentata anche una nuova versione dell’ecobonus per chi acquista auto elettriche o a basse emissioni. L’incentivo scatterà anche per chi deciderà di comprare un motorino elettrico o ibrido: il contributo sarà fino a 3 mila euro. La tassa sui veicoli più inquinanti non si pagherà invece per le utilitarie.

 Per accelerare poi il pagamento dei debiti della Pa nei confronti delle aziende creditrici il governo ha presentato un emendamento che autorizza Cassa depositi e prestiti a concedere anticipazioni alle Regioni e agli enti locali in difficoltà. Sempre dell’esecutivo la proposta che mira a tagliare di 1,5 mld di euro in tre anni le tariffe Inail: 410 mln per il 2019, 525 per il 2020 e 600 per il 2021.

Stop invece ai fondi per l’emergenza buche a Roma. L’emendamento del Movimento 5 stelle che assegnava 75 mln di euro per il triennio con l’intervento del Genio militare è stato dichiarato inammissibile. Governo e relatori sono però al lavoro per una riformulazione.

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