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Sara Danius, segretario permanente dell’Accademia svedese
È difficilissimo ‘azzeccare’ il nome di chi verrà insignito dal Nobel per l’Economia 2018: tradizionalmente, infatti, qualsiasi previsione della vigilia – il vincitore verrà reso noto lunedì 8 ottobre – viene stravolta e non è escluso che anche per questa edizione ci sia qualche sorpresa. Si tratta del 50esimo nella storia del Nobel, ed è la più ‘giovane’ tra le categorie essendo stata introdotta solo nel 1969 (il premio è stato istituito dal chimico e industriale svedese Alfred Nobel nel 1895). Viene tuttora attribuito dalla Banca di Svezia che lo ha istituito e lo finanzia.
Non è solo un riconoscimento importante dal punto di vista professionale ma anche piuttosto cospicuo sotto il profilo strettamente finanziario, visto che l’Accademia Reale Svedese riconosce al vincitore una gratifica economica di 960.000 euro. Premio comunque andato principalmente ad economisti statunitensi (secondi gli inglesi) e una sola volta (nel 1985) è stato assegnato ad un italiano, Franco Modigliani.
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Sara Danius, segretario permanente dell’Accademia svedese
Anche quest’anno sono in ‘pole’ economisti inglesi o americani, ma la novità potrebbe essere che ad essere premiata sia – per la prima volta – una donna: e sarebbe, questa, davvero una notizia visto che da più parti è stato lamentato il fatto che una donna non abbia mai ottenuto un riconoscimento del genere. Secondo Hubert Fromlet, professore svedese ed ‘esperto’ di Nobel, se tra gli anni Ottanta e Novanta la ricerca in campo economico era esclusivo appannaggio degli uomini, sarebbe ora tempo di cambiare aria visto gli importanti progressi ottenuti dalle varie ‘cervellone’ negli ultimi decenni. A suo giudizio, potrebbero quindi ambire ad avere il prestigioso premio le economiste Susan Athey (Università di Stanford), Marianne Bertrand (Chicago) Ester Duflo (MIT): hanno spaziato dai più diversi campi, dal mercato del lavoro alla ricerca in campo tecnologico.
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Ma anche in questo caso, nulla viene dato per scontato. I bene informati sostengono invece che il premio potrebbe andare ad una coppia di esperti. Si chiamano Manuel Arellano, docente di econometria al Cemfi di Madrid, e Stephen R. Bond, del dipartimento di economia alla Oxford University. I due hanno teorizzato, all’inizio degli anni novanta, i cosiddetti stimatori Arellano-Bond, uno strumento per analizzare i dati longitudinali estraendo la risposta economica dovuta al cambio di una particolare variabile.
Dagli Usa arrivano invece gli altri candidati papabili come Wesley M. Cohen e Daniel A. Levinthal, rispettivamente della Duque University e della University of Pennsylvania: hanno entrambi sviluppato il concetto di capacità assorbitiva, in virtù della quale hanno elaborato metriche per valutare le prestazioni di aziende e di industrie in termini di innovazione.
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