Il Pd scende in piazza contro la manovra

Il pd scende in piazza contro la manovra

ANDREA RONCHINI / NURPHOTO 

Maurizio Martina (Afp) 

È countdown per la manovra varata dal governo Conte, al giro di boa dell’esame della Camera. La Legge di Bilancio, che deve essere approvata entro sabato per evitare l’esercizio provvisorio, è approdata nella commissione competente di Montecitorio, fra le proteste delle opposizioni e l’avvertimento0 del Pd che annuncia di rivolgersi alla Corte costituzionale, perché “il Parlamento e’ stato esautorato”, e organizza per una manifestazione di piazza sabato mattina, mentre si punta a chiudere l’esame d’Aula non più tardi del 29 sera.

Archiviate le polemiche sull’Ires, dopo la marcia indietro dell’esecutivo, restano quelle sulla pubblicità dei lavori: “Abbiamo chiesto per massima trasparenza che i lavori della Commissione, dove si sta discutendo la legge più importante dello Stato, fossero trasmessi sulla web Tv della Camera, affinché tutti possano assistere e conoscere quanto sta accadendo.

La nostra richiesta è stata sposata da tutti i gruppi parlamentari, tranne il M5s che, evidentemente ha molto da nascondere. Alla faccia della trasparenza, alla faccia di chi voleva che il Parlamento fosse una casa di vetro”, denunciano in una nota congiunta, i deputati di Forza Italia alla Camera. Una richiesta “fuori dal regolamento quando la commissione è in sede referente. La trasmissione tramite web tv non è ammessa neanche con voto all’unanimità. La pubblicità dei lavoratori è prevista solo per le audizioni”, replicano i pentastellati.

Sabato alle 11 a Roma, “davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio. Contro un governo pericoloso per gli italiani. Contro una manovra che raddoppia le tasse al volontariato, toglie soldi ai pensionati, non sostiene giovani, famiglie e imprese ma in compenso promuove condoni. Per l’Italia che non si rassegna a questa destra che ci sta rubando il futuro”, annuncia sui social Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd. 

Una raccolta di firme per rivolgersi alla Corte

“È cominciata oggi la raccolta di firme del gruppo parlamentare del Pd del Senato per il ricorso alla Corte Costituzionale, per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato. Secondo il nostro giudizio, il governo Conte ha palesemente violato la Carta con le modalità usate per approvare la legge di bilancio.

Modalità che peraltro si stanno ripetendo anche alla Camera”, rende noto il capogruppo Dem, Andrea Marcucci. Nessuna richiesta di vedere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fanno sapere fonti del Pd anche se in mattinata un annuncio in tal senso era stato fatto da Renato Brunetta.

Il silenzio del Quirinale

Intanto il capo dello Statoè tornato a Roma dopo la breve pausa natalizia e attende il varo della manovra per la firma. Una firma che non sembra essere messa in alcun dubbio, dopo la moral suasion messa in campo per favorire il dialogo tra governo e commissione Ue, anche se è ovvio che il presidente ha seguito con grande attenzione l’iter parlamentare assai inusuale.

È di pochi giorni fa il suo appello a “rispettare” il Parlamento perno della democrazia, ma se questo appello diverrà o meno una nota di accompagnamento alla firma del provvedimento è ancora tema di valutazione al Colle.

Per il resto dal Quirinale giunge solo un grande esercizio di silenzio, come si è dimostrato anche di fronte alle proteste degli Ncc: il presidente rispetta l’autonomia del Parlamento che proprio in queste ore sta esaminando il testo della legge e ritiene che il merito delle norme sia pertinenza di governo, maggioranza e Camere. Un equilibrio delicato, soprattutto dopo la lunga trattativa con Bruxelles, che lui per primo non intende sovvertire.

 

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