La “delusione” per la Casa di carta (e altre curiosità)

La delusione per la casa di carta e altre curiosita

GABRIEL BOUYS / AFP

Casa di carta

La Casa di carta fa il suo ritorno su Netflix. La serie tv spagnola sbarca oggi, 19 luglio, sulla piattaforma streaming con la terza, attesissima, stagione. La banda di ladri ideata da Alex Pina è pronta a macinare nuovi record, dopo essersi accaparrata il titolo di serie non in lingua inglese più vista di sempre sulla piattaforma streaming. Ecco cosa sapere sul fenomeno di costume del momento:

Dove li avevamo lasciati: Sono passati 2 anni da quando i ladri spagnoli più famosi al mondo sono riusciti a entrare nella Fabbrica Nacional de Moneda y Timbre di Madrid (la Zecca dello stato) e a stampare 2 miliardi e mezzo di euro e sparire nel nulla. Sono felici e lontani da tutto, fin quando il rapimento (e la tortura) di uno di loro da parte del governo spagnolo costringerà però la banda a riunirsi. E questa volta l’obiettivo sarà ancora più ambizioso: il Banco de Espana, dove si conserva l’oro di tutto il Paese.

I personaggi

Confermati alcuni dei personaggi più amati, Rio (Miguel Herrán), Denver (Jaime Lorente), Tokio (Úrsula Corberó), il Professore (Álvaro Morte ). Ma c’è anche l’ispettore Raquel Murillo (Itziar Ituño) che è diventata Lisbona, la sequestrata Monica Gaztambide oggi Stoccolma (Esther Acebo). E poi ci sono volti nuovi come Marsiglia (Luka Peros) e Palermo (Rodrigo De la Serna). E rivedremo anche Berlino (Pedro Alonso).

GABRIEL BOUYS / AFP

Casa di carta

La quarta stagione

Le avventure della banda non termineranno con la terza stagione.  “Non ci siamo ancora rese conto di quello che è successo”, ha dichiarato Esther Acebo, 36 anni, che interpreta Monica/Stoccolma. “Per me era un capitolo chiuso, invece dopo la terza stagione faremo anche la quarta”.

Una stagione femminista?

Nella terza stagione i ruoli femminili hanno un peso grande, tanto da far parlare qualcuno di serie matriarcale: “Il matriarcato dura poco nella serie”, ha commentato Ursula Corbero/Tokyo. Non credo che questa sia una serie particolarmente femminista. Ma ha personaggi femminili molto ben scritti e potenti. Ci sono diversi ruoli di primo piano per le donne nella serie, questo sì. E non accade spessissimo. Sono donne che non si limitano ad essere al fianco di un uomo, hanno una loro vita, una loro personalità forte, le loro idee. Che poi è come nella realtà”.

La delusione

Il filo conduttore delle tre stagioni è la delusione:  “Abbiamo lavorato molto con un materiale sociale di grande attualità: lo scetticismo e con un sentimento diffuso in questo momento: la delusione”, spiegava Álex Pina al debutto della seconda stagione su Netflix. “Delusione nei confronti del nostro governo, della banca centrale, con la politica sui migranti, sul commercio, sulle tematiche ambientali. Sarà colpa della crisi del 2008 o della sfiducia nei confronti del sistema ma la delusione ha generato una mancanza di speranza in molte generazioni, per questo la serie ha trovato tanta adesione. È Davide contro Golia e lo spettatore sta sempre dalla parte di Davide”.

PHILIPPE LOPEZ / AFP

Casa di carta

La maschera di Dalì non piace alla Fondazione

La maschera indossata dalla banda di ladri è un chiaro rimando a Salvador Dalì, ma la Fondazione del pittore spagnolo non ha gradito l’omaggio. Secondo il quotidiano El Pais, una fonte interna alla Fundación Gala-Salvador Dalí ha dichiarato che “qualunque persona che voglia esercitare o sfruttare i diritti di immagine del pittore, deve chiedere un’autorizzazione previa alla fondazione. E se la fondazione ha la percezione che i suoi diritti sono stati violati, ha il compito di far regolarizzare gli usi non autorizzati”.“Non si tratta solo di un problema economico, ma di diritto e di tutela dell’immagine”, avrebbe aggiunto la fonte ricordando che alla Fondazione “lo Stato spagnolo ha riservato la gestione esclusiva dei diritti immateriali derivati dal lavoro e dalla persona di Salvador Dalí”.

La Casa di carta a Piazza Affari

In occasione del debutto della terza stagione, Netflix ha realizzato un’installazione in piazza Affari a Milano con una gigantesca maschera di Salvador Dalì in tuta rossa, come la divisa usata dai personaggi della serie durante la rapina alla Zecca di Madrid, accanto alla famosa scultura di Maurizio Cattelan L.O.V.E. (cioè il dito medio).

La malattia di Berlin non esiste davvero

Nella trama, Berlin soffre di una malattia chiamata miopatia di Helmer. Una malattia con questo nome non esiste nella vita reale ma, secondo quanto è stato dimostrato nella serie tv, il suo personaggio sembrerebbe soffrire di miopatia mitocondriale, una malattia genetica che causa una progressiva perdita della forza muscolare e che lo costringe a iniettarsi periodicamente un farmaco che rinforzi le sue ossa, non esiste nella realtà. Vi è però una condizione molto simile, chiamata miopatia mitocondriale, che influenza la forza dei muscoli dell’individuo affetto.

Cosa c’entra Bella Ciao

La canzone popolare antifascista è diventata l’inno della scorsa estate dopo essere stata inserita in una scena de La Casa di carta. A intonarla sono Il Professore e Berlin, pochi secondi ma decisivi a fare di Bella Ciao quasi una mania.  Tra le molte reinterpretazioni in tutto il mondo, su tutte c’è il remix dance di Florent Hugel.

Il pilot ha molte versioni

Ne sono state girate ben 52 versioni perché si è voluto fare tutto al minimo dettaglio.

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