(Agf)
Giuseppe Conte
Il governo Conte ha “previsto un piano per gli investimenti pubblici per un importo pari a 38 miliardi nei prossimi quindici anni e altri 15 nel prossimo triennio”. Lo spiega lo stesso presidente del Consiglio in una intervista al Corriere della sera.
“Accompagneremo questo piano – prosegue – con la semplificazione burocratica, la riforma del codice dei contratti pubblici, la digitalizzazione dei servizi pubblici, l’accelerazione dei processi civili. Avremo una cabina di regia e gruppi di esperti che ci consentiranno di realizzare il più grande piano di investimenti mai progettato in Italia e il più grande rafforzamento mai pensato del nostro sistema di infrastrutture materiali e immateriali”.
Le riforme “consentiranno di recuperare al mercato del lavoro un’ampia fascia di cittadini e di semplificare un sistema fiscale che viene unanimemente percepito come iniquo; sono misure, quindi, che non dilapideranno risorse pubbliche, ma costituiranno investimenti in termini di crescita e sviluppo sociale”.
Quanto alla riforma della Giustizia, queste “non saranno condizionate dall’esito della votazione avvenuta al Csm”, che ha visto l’elezione alla vicepresidenza David Ermini, parlamentare del Pd”, dalla quale pero’ “sono rimasto molto sorpreso”. “La componente togata – sottolinea – che ha dato questa indicazione di voto si è assunta una precisa responsabilità, interpretando secondo una peculiare accezione i valori della indipendenza e dell’autonomia della magistratura”. Le riforme vanno pensate in una prospettiva di ampio respiro e di maggiore funzionalità, astraendo da contingenze”.
Se il Colle richiama le parole dalla Costituzione, Giuseppe Conte ribadisce che a decidere sulla manovra economica è il governo. “La mia opinione – afferma il presidente del Consiglio in una intervista al Corriere della Sera – è che i principi di equilibrio del bilancio e di sostenibilità del debito pubblico, a prescindere dal fatto che siano scritti nella Costituzione e nel fiscal compact, siano linee guida che qualunque governo responsabile deve tenere da conto. Questi principi non impongono, tuttavia, di rinunciare a esprimere una politica economica e di finanza pubblica interpretando i bisogni dei cittadini in base ai differenti cicli economici”.
“Da lunedi’ – prosegue – riunirò a Palazzo Chigi la cabina di regia per avviare il piano di investimenti e il piano di ammodernamento delle infrastrutture. Sono fiducioso che gli investitori, che guardano a prospettive di medio e lungo periodo, troveranno molto conveniente investire in Italia, anche perché il nostro Paese, anche più di molti altri Paesi europei, offre il valore aggiunto di un solida stabilità politica”.
“Questo governo – sottolinea – non ha alcuna tentazione di creare vertenze o contrapposizioni con le istituzioni europee. Sappiamo che il dialogo con l’Europa è importante e ci predisponiamo ad esso con la massima serenità”.
Quanto alla sorte di Giovanni Tria, il ministro dell’Economia esce politicamente dimezzato? “Assolutamente no – risponde Conte – Abbiamo sempre chiesto al ministro Tria di presentare varie alternative e di tener conto di molteplici variabili. Quella che è prevalsa alla fine, all’esito di attente meditazioni, è una manovra frutto di un lavoro collettivo e pienamente condiviso. Lo dimostra il fatto che siamo giunti alla deliberazione finale senza litigi o scontri, ma solo attraverso un confronto serrato”.
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