Sommario
Alberto PIZZOLI / AFP
Giuseppe Conte
Quasi tre ore di conferenza stampa, un incontro con i giornalisti – spesso visti come la bestia nera dalla parte grillina dell’esecutivo giallo-verde – per chiarire i tanti punti irrisolti e per fare il punto su quello che il governo Conte ha fatto nei primi sei mesi di governo.
La prima conferenza di fine anno di Giuseppe Conte ha toccato molti temi, ma su alcuni il confronto con i cronisti parlamentari è stato particolarmente approfonditi.
Quanto durerà il governo
“Questa esperienza di governo continuerà a funzionare perché si regge su un amalgama riuscito, il giallo e il verde. I due colori rimangono distinti, ma si è creato un equilibrio chimico, c’è perfetta sincronia tra forze politiche e tra i loro leader, tra Di Maio e Salvini. A mia memoria non c’è mai stato un vertice in cui c’è stato un contrasto dialettico vivace, una seria litigata. Vogliamo fare bene al Paese pensando ai cittadini. Questo amalgama che rispetta i due colori secondo me durerà per 5 anni”.
Le promesse del contratto
“Una volta si facevano promesse ma non si traducevano in un contratto, di volta in volta venivano valutate le iniziative da attuare. Noi abbiamo fatto tutto alla luce del sole, in trasparenza, con un modus procedendi che condizionerà qualsiasi esperienza futura di governo. Non siamo il governo delle lobby, la nostra agenda è dettata dagli interessi e dai bisogni dei cittadini. Se i sondaggi a distanza di mesi ci danno ancora molto apprezzati dai cittadini è dovuto alla coerenza dell’azione di governo. Stiamo contribuendo a ridurre la frattura fra classe politica e cittadini di cui ancora soffre il sistema italiano. Non è il governo di lobby e comitati d’affari. La nostra agenda di lavoro è dettata dai bisogni e dalle urgenze dei cittadini”.
L’ipotesi di un rimpasto
“La possibilità di un tagliando non è da escludere. Quando si cammina insieme, si fa un percorso insieme, è bene fermarsi un attimo a riflettere, vedere cosa fare meglio e incrementare il programma”. “Quello del rimpasto è un discorso che esula alla sensibilità del presidente del Consiglio. Questa esigenza, se ci sarà, maturerà in seno a una delle parti politiche. Se e quando si porrà il problema, lo valuteremo, ma siamo al periodo ipotetico del terzo, quarto o quinto grado”.
Cosa farà dopo Guseppe Conte
“E’ una parentesi meravigliosa che mi rende orgoglioso perché ho piena consapevolezza di realizzare un servizio per il Paese. Questa esperienza di governo si regge su due forze politiche. E’ un’esperienza di governo ben determinata di 5 anni e poi libero la poltrona. Io sono presidente del Consiglio e per le Europee non farò certo campagna elettorale. Continuerò a occuparmi delle incombenze da presidente del consiglio che non prevede campagna per le Europee”.
Il programma Conte
“Il programma Conte non c’è, c’è un programma di governo, sicuramente mi piacerebbe che ci fosse per tutte le aree disagiate un contratto di sviluppo con gli enti locali e gli steakholders coinvolgendo anche soggetti imprenditoriali esterni a quelle realtà territoriali. Purtroppo l’Italia nel corso del tempo si è venuta definendo per stratificazioni, anche nella burocrazia, così ci sono compartimenti stagni e si perde una direttrice lineare. Il mio contributo, nelle mie sensibilità, è quello di stare molto attento ad una semplificazione vera e fare sistema”
Manovra
“La manovra economica è la prima tappa significativa, un altro progetto riformatore. Non ci fermiamo, vogliamo fare ancora meglio, possiamo fare ancora meglio e siamo determinati a fare meglio. Il nostro obiettivo è stato, è e sarà sempre rispondere agli interessi dei cittadini e cercheremo di farlo nel modo migliore”.
L’Iva
Confidiamo anche per il 2020 e 2021 di evitare l’aumento dell’Iva. Per il 2020 e 2021 le clausole salvaguardia recano dei numeri importanti ma non vorrei fosse trascurato il fatto che in pochi mesi abbiamo recuperato 12,5 miliardi per neutralizzare l’incremento dell’Iva, eredità del governo precedente”.
Il rapporto con l’Ue
L’interlocuzione con l’Ue “ha riguardato i saldi finali quindi un problema di sistema ma mai di impostazione delle misure contenute nella manovra. L’opposizione accarezza questa idea della manovra scritta a Bruxelles, non è affatto vero, è stata scritta in Italia. Quello che c’è stato suggerito da Bruxelles è stata la clausola di congelamento finale. Ci hanno suggerito una misura di contenimento della spesa di minore impatto rispetto a quella più radicale che avevamo pensato e di limitare questa formula solo a 2 miliardi tanto che in manovra c’è un meccanismo di congelamento della spesa pari a 2 miliardi che individua una serie di capitoli di spesa e fino a luglio accantoniamo una piccola percentuale in modo da ottenere 2 miliardi. A luglio se il trend sarà in linea con le nostre previsioni, sbloccheremo”.
La pressione fiscale
“Non ho il dato finale, non ho fatto il conteggio. Se anche dovessimo confermare il dato dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, non significa che stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini. Questo complesso di misure nel saldo complessivo potrebbe portare a un aumento, ma è successo che persone autonome fino al 65 milioni di fatturato e piccole imprese pagheranno solo il 15 per cento dell’aliquota, abbiamo ridotto il costo del lavoro, il famoso cuneo fiscale, abbiamo raddoppiato la deduzione sui capannoni industriali, abbiamo anche portato una cedolare secca al 21 per cento in caso di nuovo contratto di locazione. Tutte queste misure vanno conteggiate in questa contabilità. La pressione fiscale per i cittadini l’abbiamo alleggerita, un disegno di politica economica e fiscale non dettata da Bruxelles, anzi negoziata duramente con Bruxelles, come deve fare un governo”.
Editoria
“Un tavolo sull’informazione c’è, con il nostro sottosegretario Vito Crimi, e senz’altro mi farà piacere partecipare ma per discutere non solo di fondi all’editoria ma anche di tante altre cose. Diamo la possibilità alle testate di poter con calma trovare sistemi alternativi di finanziamento. Tra gli altri temi che affronterà il tavolo: “Come proteggere le fonti dei giornalisti per tutelare la libertà d’informazione sin dalle sue premesse. Un giornalista non può essere indipendente senza un equo compenso, pensiamo anche alla libertà interna. Affrontiamo questi temi con franchezza e serenità perché noi non attentiamo alla liberta di informazione che ha un altro polo che è quella libertà dei cittadini ad essere informati”.
Il caso Radio Radicale
“Personalmente sono tra coloro che indulgevano la mattina a seguire la dettagliata rassegna stampa” di Radio Radicale “e mi è capitato di seguire i dibattiti parlamentari e i convegni molto interessanti. C’è stato un contenimento del finanziamento che ha interessato anche Radio Radicale. Il contributo si riduce da dieci a cinque milioni, un sacrificio imposto un po’ a tutti quanti. In questa esperienza di governo c’è una sensibilità, un orientamento che muove da lontano. Il M5S ha portato avanti un intento di sollecitare le imprese editoriali a stare in campo, senza intenti punitivi. La carta stampata sta perdendo terreno nelle vendite. Se un soggetto non si muove sul mercato sulle proprie gambe, si sarà sempre dipendenti da finanziamenti”.
La libertà di informazione
“Non credo che un’idea come quella che sta muovendo e ispirando il M5S e che è stata condivisa anche dall’altra di rivedere il sistema dell’editoria sia un attentato alla libertà di informazione, c’è il massimo rispetto da parte di questo governo per la libertà di informazione e la libertà di stampa. Anche se c’è stato uno scambio dialettico vivace non credo si possa parlare di attentato alla libertà di informazione. Bisogna ingegnarsi per trovare risorse suppletive sul mercato. Il presidente del Consiglio non rivendica con orgoglio se un domani dovessero chiudere delle testate. Facciamo insieme un tavolo di riflessione che potrà essere molto utile, lasciateci adottare qualche misura a sostegno del pluralismo e poi valuteremo insieme”, ha aggiunto Conte.
Reddito cittadinanza
“Stiamo mettendo a punto i progetti di riforma che entreranno in vigore in virtù dei decreti collegati alla manovra. Reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno entrambi a fine marzo e quindi saranno a pieno regime da aprile. In questo momento il progetto sul reddito di cittadinanza che ho visionato da ultimo, ma sono sempre cauto perché non mi piace autosmentirmi un domani, prevede la possibilità di agevolare direttamente anche le imprese che assumeranno i beneficiari del reddito. E’ secondo noi un meccanismo incentivante che può funzionare bene. Questa modalità allo stato ci appare proficua ed efficace. Non vogliamo che persone stiano sedute sul divano. Questa è la forza di questa riforma. Stiamo studiando un meccanismo proprio per evitare la logica del divano. Stiamo dosando la platea, stiamo ragionando sui 780 euro che saliranno in base ai componenti del nucleo familiare”.
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