Di Maio dice no al rimpasto e lancia la fase 2 del governo

Di maio dice no al rimpasto e lancia la fase del governo

Luigi Di Maio lancia la ‘Fase 2’ del governo del cambiamento, rivendica il tanto lavoro fatto dai ministri 5 stelle (“su 10 provvedimenti varati 9 sono targati M5s”), ne elogia il coraggio “nonostante siamo spesso sotto attacco” e avverte l’alleato di governo: dica chiaramente se dopo le europee vuole far cadere Giuseppe Conte. Per quel che riguarda i pentastellati, “siamo pronti ad andare avanti per altri quattro anni”, ma sia chiaro che dal 27 maggio “il Movimento 5 stelle non starà più zitto” di fronte alle ‘sparate’ leghiste, come “il fucile in braccio il giorno di Pasqua o gli attacchi al Papa”.

Di Maio poi fissa un altro paletto: nessuno stravolgimento degli equilibri interni. “Rimpasto? Il problema per me non si pone”, taglia corto.

Sullo sfondo del tempio di Adriano, palcoscenico già utilizzato dai 5 stelle, e attorniato dagli 8 ministri pentastellati, Luigi Di Maio lancia “un atto di trasparenza: un anno dalla nascita del governo e a pochi giorni da un appuntamento importantissimo come le europee, ci impongono di fare un resoconto di quanto fatto e di quello che dobbiamo fare ancora. Sono orgoglioso della squadra di ministri M5s che vanno avanti nonostante gli attacchi”, scandisce.

E mentre dagli alleati di governo “si sono sentite tante idee e opinioni, credo che la nostra squadra di ministri M5s sia quella che più di ogni altro può parlare di fatti”. Quindi, il vicepremier mette subito in chiaro qual è il discrimine: “Votare domenica per M5s significa votare per un argine a atteggiamenti da prima e seconda Repubblica che non vogliamo vedere. Siamo orgogliosi di essere intransigenti sulla corruzione. Senza il Movimento avremmo corrotti al governo, avremmo Berlusconi ministro della Giustizia o dell’Economia”.

Il ministro dello Sviluppo lancia la sfida all’Ue: “Chiederemo di eliminare i vincoli su investimenti e crescita sostenibile”. Ma, e qui segna le distanze dai toni di Matteo Salvini, “lo faremo attraverso il dialogo, nessuna proposta choc che fa saltare i conti dello Stato”, assicura. E dopo la ‘passerella’ dei ministri M5s, ognuno a rivendicare il lavoro fatto e a annunciare le prossime mosse in cantiere, non mancano le ‘stoccate’ a Salvini e alla Lega, definita “nervosa” se non addirittura “paranoica”.

Insomma, chiude Di Maio, il voto di domenica sarà uno spartiacque, non solo in Europa, tra nuova era e prima e seconda Repubblica. “In questi mesi non abbiamo mai mollato e per questo non abbiamo sottosegretari indagati per corruzione o non sono state presentate norme da Medioevo, abbiamo fatto provvedimenti importanti in tutti i comparti e ne dobbiamo fare ancora: noi siamo pronti per governare altri quattro anni”, afferma. “È su questo che chiediamo il voto domenica. Chi pensa che serve un argine contro gli estremisti può votare solo M5s, chi pensa che serva un argine alla corruzione e ai privilegi può votare solo M5s”, conclude. 

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