E se davvero Renzi si ricandidasse per la segreteria del Pd?

E se davvero renzi si ricandidasse per la segreteria del pd

Agi.it

Silvia Lore / NurPhoto 

Matteo Renzi e Nicola Zingaretti 

Lo scontro provocato dalle parole di Massimiliano Smeriglio al Manifesto potrebbe essere l’inizio della campagna congressuale di Matteo Renzi. La tesi, raccolta dall’Agi, è di un ex parlamentare del Pd secondo il quale non sarebbero prive di fondamento le voci che parlano di un prossimo impegno diretto dell’ex presidente del Consiglio nella corsa congressuale. Molto ‘prossimo’, visto che il tempo per la raccolta delle firme stringe e Renzi, qualora decidesse di scendere in campo, avrebbe a disposizione solo un paio di giorni. Una ipotesi smentita seccamente da chi ha avuto modo di parlare con l’ex premier nelle ultime ore.

Il diretto interessato è a casa sua, a Firenze, e tornerà a Roma soltanto martedì per ascoltare la relazione di Giuseppe Conte sul Consiglio Europeo di giovedì e venerdì. Voci su un impegno diretto di Renzi, tuttavia, sono tornate a circolare con insistenza venerdì, quando in rete è comparso un sondaggio Swg in cui si chiede agli intervistati di esprimere una preferenza tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e, appunto, Matteo Renzi. Un sondaggio, è stato spiegato da fonti parlamentari renziane, non commissionato da Renzi. Nell’area che all’ex segretario fa capo sono in molti ad auspicare un ritorno, diretto o indiretto, di Renzi dopo settimane passate ad occuparsi dei comitati civici nati alla Leopolda e a tessere relazioni con le forze politiche europee.

Il disorientamento dei renziani

Il senso di smarrimento dei renziani è via via cresciuto con il ritiro di Marco Minniti che, pur non gradito alla totalità degli appartenenti all’area, era l’unico candidato su cui si sentiva di poter puntare. L’ipotesi di una candidatura di Renzi è poi alimentata dal fatto che, dopo le voci, nessuna smentita ufficiale è arrivata dall’interessato. Nell’unico Tweet dedicato all’argomento, Renzi si è limitato a scrivere: “Faccio il segretario, mi colpisce il fuoco amico. Mi dimetto e mi chiedono di stare in silenzio. Sto zitto e mi chiedono di parlare. Un giorno devo andarmene, un giorno fare il segretario. Ma possiamo parlare di politica anziché parlare tutti i giorni di me?”.

Il ‘fuoco renziano’ contro Zingaretti, accusato di cercare un accordo che porti il M5s a sostenerlo ai gazebo, risponderebbe proprio a questo disegno: rendere il congresso una sorta di referendum pro o contro M5s. Per questa ragione sarebbero già pronte della ‘card’ per Facebook e Twitter in cui comparirebbe anche Zingaretti con messaggi del tipo: “Noi diciamo no al M5s. E tu?”. Fonti parlamentari del Pd confermano che l’idea è tornata a circolare, ma che si tratta al momento più di un auspicio che di un vero e proprio progetto. 

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