M5s: siamo sotto attacco, c’è offensiva contro volontà popolare

M s siamo sotto attacco ce offensiva contro volonta popolare

Il Movimento 5 stelle lancia con un post anonimo sul blog delle stelle l’allarme per “una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana. A sferrarla – sostiene M5s – sono grandi lobby, poteri forti e comitati d’affari. Lottano per sopravvivere, per mantenere i propri privilegi, benefit, prebende, che si sono arbitrariamente assegnati in questi anni sulla pelle degli italiani. Con l’indegna complicità del Pd e di FI, eterni zerbini dei potenti. E con la longa manus della stragrande maggioranza dei media, ipocrita cassa di risonanza di questi interessi corporativi”.

Il post è stato cancellato dopo la dura protesta delle opposizioni a Montecitorio, dove si sta affrontando il voto finale sulla manovra. “La presidenza apprende con disappunto di questa dichiarazione e ritiene improprio paragonare il legittimo lavoro delle opposizioni a un atto di terrorismo”, ha dichiarato la presidente d’Aula di Montecitorio, Mara Carfagna. 

“Terrorismo mediatico e psicologico”

I 5 stelle vedono governo e democrazia “sotto attacco” e sostengono che “i vertici delle banche, assicurazioni, i grandi gruppi editoriali in perenne conflitto di interesse stanno inquinando il dibattito democratico con un vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico”. “Giornali, Pd e FI da giorni continuano a ripetere: le banche saranno costrette ad aumentare i mutui, le assicurazioni le tariffe, i Comuni (la maggior parte di Pd e FI) aumenteranno l’Imu e le tasse locali, dai concessionari ci saranno rincari dei pedaggi. Sostengono che queste sono le conseguenze della Manovra del Popolo, del Governo del Cambiamento. Questo – dice ancora M5s – è un vero e proprio ricatto morale”. 

Le reazioni delle opposizioni

“Chiediamo di ripristinare un normale e corretto confronto istituzionale e chiediamo che i parlamentari del Movimento 5 Stelle si dissocino da questa definizione. Chiediamo che il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, si alzi e dica che il governo è distante da questa terminologia e da queste logiche”, dice il deputato del Partito Democratico Enrico Borghi, prendendo la parola alla Camera dove prosegue la presentazione degli ordini del giorno sulla manovra.

“Se il Movimento 5 stelle accusa di terrorismo i parlamentari è impossibile continuare in questo confronto. Crediamo che sia il presidente Roberto Fico che dovrebbe richiamare il M5S rispetto a quello scritto su questo blog. Il fatto che abbiano perso il lume della ragione è anche poco”, rincara il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida. E Stefano Mugnai, deputato di Forza Italia: “Chi parla di terrorismo non sa cosa questa parola significa per il nostro Paese. Se qualcuno o qualcosa è sotto attacco in queste ore è il Parlamento. I regimi cominciano sempre con la criminalizzazione delle opposizioni e della stampa”. 

A cercare di difendere il Blog è Emilio Carelli: “Da ex giornalista sono andato alla fonte delle esternazioni fatte in Aula in questi minuti: mi corre l’obbligo di precisare che nel Blog delle Stelle si legge: ‘inquinare il dibattito con un vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico’. Il dibattito che si è aperto negli ultimi minuti mi sembra del tutto fuori luogo”. Ma Piero Fassino non ci sta: “Per come conosciamo la storia di questo Paese il termine ‘terrorismo’ andrebbe utilizzato con cautela. Il blog dei Cinque Stelle esercita una campagna denigratoria costante”, sottolinea l’esponente Pd. 

Fico corregge il tiro: “La democrazia non è sotto attacco”

“Avendo ascoltato i vostri interventi, da presidente della Camera vi dico che la democrazia non è sotto attacco, che le opposizioni stanno facendo il loro lavoro, è loro diritto opporsi alla legge di bilancio e non c’è alcuna lobby, ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, prendendo la parola in Aula sul caso, aggiungendo la determinazione a “difendere la liberta'” delle opposizioni di manifestare il loro dissenso.

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