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L’assemblea del Partito Democratico ha recepito le dimissioni del segretario Maurizio Martina e sciolto tutti gli organi in carica. La direzione, convocata subito dopo la plenaria del parlamentino dem, ha quindi nominato la Commissione Congresso, organismo che regge il partito in assenza di segretario e che fisserà, nei prossimi giorni, la data delle primarie. Stando a quanto circolato nelle ultime ore, il 3 marzo dovrebbe essere la prima data ‘buona’, anche se in molti chiedono di anticipare i tempi per non farsi trovare impreparati per il voto delle europee di maggio.
Tra questi, anche gli eurodeputati Pd che scrivono a Maurizio Martina e Matteo Orfini: “Ora che nel Pd si stanno definendo le date del percorso congressuale e delle primarie sentiamo il bisogno di sottolineare che, con il calendario attuale, rischiamo di non avere il tempo necessario per arrivare sufficientemente preparati alle più importanti elezioni europee della storia dell’Ue”. Ma anche esponenti di primo piano come il capogruppo Graziano Delrio hanno chiesto di stringere sul congresso, anche prevedendo deroghe allo Statuto.
Quanto non è avvenuto in assemblea che ha proceduto speditamente verso il congresso senza prendere in esame – come già stabilito dalla Commissione Satuto – alcuna modifica. Se i tempi sono certi, altrettanto non si può dire dei candidati. Per ora in campo ci sono Nicola Zingaretti, Matteo Richetti, Francesco Boccia, Cesare Damiano e Dario Corallo. Rimangono in stand-by Maurizio Martina e Marco Minniti.
Minniti scioglie la riserva domenica
L’ex ministro dell’Interno scioglierà la riserva domani, poi sarà ospite di Lucia Annunziata a In Mezz’ora in più: tramontata l’ipotesi di un ticket con la renziana Teresa Bellanova, si presenterà come candidato autonomo dalle correnti, sebbene sia suo il nome su cui da Matteo Renzi punta come prossimo segretario Pd. Alcuni esponenti vicini a Renzi, prima dell’inizio dell’assemblea, parlano addirittura di tensioni con Minniti causate proprio dall’ipotesi di un ticket con l’ex sindacalista Cgil. Ricostruzioni smentite da altri esponenti renziani: nulla di tutto questo, spiegano, aggiungendo che la richiesta del ticket “non è mai stata avanzata”.
Marco Minniti
Leggi qui gli articoli di: La Stampa e Repubblica
Al netto delle ricostruzioni, oggi è stato il tweet di un renziano doc come il sindaco di Pesaro, già responsabile Enti Locali del partito, Matteo Ricci a segnalare che “più di 500 sindaci hanno già firmato l’appello per Minniti”. L’ex titolare del Viminale ha scelto di attendere per ufficializzare la sua candidatura per rimarcare questa sua autonomia: ieri, infatti, Minniti era atteso a Firenze per la presentazione del suo libro e ‘sciogliere la riserva’ a poche ore dall’appuntamento con l’ex segretario avrebbe rischiato di politicizzare l’iniziativa in chiave renziana.
Martina deciso a correre
Diverso il discorso per Maurizio Martina che, da segretario, era tenuto a garantire una gestione il più possibile super partes della fase precongressuale e, di certo, non poteva approfittare del palco dell’assemblea per lanciare la sua candidatura. Anche lui attenderà le prossime ore, anche se una parte del suo intervento, quella in cui faceva un in bocca al lupo ai candidati, è stata interpretata come un passo indietro. Niente di tutto questo, Martina – salvo ripensamenti che avrebbero dell’eclatante – dovrebbe essere della partita.
Nell’attesa, Nicola Zingaretti prosegue nella sua corsa in solitaria. La sua mozione congressuale si arricchisce di giorno in giorno di contenuti. Dopo una parte economica che prevede “più spending e meno review” anche con l’ausilio di commissari ad hoc, arriva anche il capitolo dedicato alla vita del partito. Stop al doppio incarico e primarie aperte al punto da eliminare ‘l’obolo’ dei due o tre euro per votare ai gazebo. Meglio sostituirlo con una sottoscrizione volontaria, spiega.
La priorità, stando almeno a quanto emerge dagli interventi dal palco, sembra essere tuttavia l’unità del partito. In molti paventano un congresso “lacerante”, per dirla con Piero Fassino, e “unità” è anche il concetto cetrale nell’ultimo intervento da segretario di Martina: “Mettiamo in campo insieme una nuova stagione di unità. Capita che in una forza come la nostra troppo spesso non riusciamo a fare prevalere gli elementi che ci uniscono e che sono tanti e prevalenti rispetto a quelli che ci dividono. Mettiamo in campo un congresso in grado di stupire l’Italia per la sua concretezza, correttezza e capacità di creare unità vera”.
E anche un ‘ospite internazionale’ come Frans Timmermans, candidato presidente della Commissione Europea per i Socialisti e Democratici, sottolinea: “Abbiamo delle sfide nella nostra famiglia politica. La cosa più importante è stare uniti perchè abbiamo un compito importantissimo per la società. Anche chi non ha votato per noi e ha creduto che il nazionalismo sia una risposta, merita il nostro impegno”.
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