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(Agf)
Senato, ingresso di Palazzo Madama
Come già fatto dalla Camera, anche il Senato – dopo diversi stop and go – si appresta a dare un taglio ai vitalizi degli ex senatori. Il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha adottato come testo base la stessa delibera approvata dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio. Dunque, salve le modifiche che potrebbero essere apportate al testo durante l’esame – il termine per gli emendamenti è fissato alle 15 di lunedì 15 ottobre – è possibile fare una comparazione degli effetti della ‘sforbiciata’ nei due rami del Parlamento. In tutto sono circa 2.700 i vitalizi erogati agli ex parlamentari, per un importo totale di circa 200 milioni di euro.
Sommando la cifra relativa alla Camera con quella del Senato si ottiene un risparmio di circa 56 milioni all’anno, e cioè circa 280 milioni a legislatura.
I vitalizi alla Camera
Sono 1.405 i vitalizi erogati da Montecitorio, tuttavia il taglio approvato dall’Ufficio di presidenza lo scorso luglio riguarda una platea di 1.338 ex deputati.
La delibera è approvata con i voti favorevoli del Movimento 5 stelle, della Lega, del Pd e di FdI, mentre FI si è astenuta e Leu e gruppo Misto non hanno partecipato al voto. Secondo le stime fatte dal presidente Roberto Fico, ammonta a circa 40 milioni l’anno il risparmio per le casse della Camera, una cifra che si aggira intorno ai 200 milioni per l’intera legislatura.
Il taglio avrà effetto a partire dal 1 gennaio del 2019. Sono però consentite riduzioni del taglio dell’assegno percepito in specifici casi di particolare difficoltà sociale ed economica. Gli assegni finora erogati saranno ricalcolati secondo il metodo contributivo e, quindi, subiranno una diminuzione che va dal 40 al 60% fino all’80% dell’importo oggi percepito.
Anche se è difficile stabilire la quota esatta di tagli, in base ad alcune proiezioni effettuate, si calcola che alcuni assegni subiranno un taglio che può raggiungere anche i 5 mila euro. Il taglio più consistente riguarderebbe 11 ex deputati. Sono previsti due tetti minimi: 980 mila euro o 1.470, che valgono per quei casi in cui sarebbe troppo basso l’importo dell’assegno ricalcolato.
La riduzione più consistente per numero è quella che va dal 20 al 50% e riguarderebbe oltre 700 ex deputati. Si tratta, comunque, di una platea di ex parlamentari che hanno un’età avanzata (sarebbero oltre 140 gli ultra ottantenni). Saranno invece ‘salvi’ 67 ex deputati, il cui vitalizio non subirà alcun ritocco ma per loro viene introdotto un tetto massimo.
La ratio è che con il ricalcolo avrebbero incassato un assegno di importo maggiore e, quindi, viene messo un tetto limite che si calcola sulla base dell’ultimo vitalizio percepito al 31 ottobre 2018.
I vitalizi al Senato
L’iter non è ancora concluso, ma oggi il Consiglio di presidenza di palazzo Madama ha compiuto il primo passo verso il taglio dei vitalizi, adottando come testo base la stessa delibera approvata dalla Camera.
Entro lunedì 15 ottobre dovranno essere presentati eventuali emendamenti, da martedì 16 inizierà la discussione e quindi il voto finale. Sulla base del raffronto con i dati della Camera e quelli forniti dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione lo scorso 19 settembre, sono circa 16 milioni i risparmi per il Senato in un anno, 80 milioni nell’intera legislatura.
Si tratta di una ‘sforbiciata’ che riguarda circa 1.300 ex senatori che percepiscono il vitalizio, anche se bisognerà attendere i dati precisi che saranno forniti dal Consiglio di presidenza di palazzo Madama, in quanto alcuni ex senatori potrebbero essere esclusi dalla misura, come già accaduto alla Camera.
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