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E anche Amazon ci prova: starebbe lavorando a una piattaforma in streaming per videogiochi. Una sorta di Netflix che, in cambio di un abbonamento, permette l’accesso – via cloud – ai titoli anziché alle serie tv. Lo riporta The Information. Amazon non è digiuna del settore: risale al 2014 l’acquisizione, per 940 milioni di dollari, di Twitch, la piattaforma che permette di trasmettere partite ed eventi. Un po’ come Youtube, ma concentrata solo su videogiochi e e-sport. Dalla sua, Amazon ha i suoi imponenti servizi di cloud, che rappresentano la base da cui partire. Il gruppo di Jeff Bezos potrebbe inoltre sfruttare la leva di Prime: non è escluso, infatti, che possano essere formulati nuovi “pacchetti” con all’interno diversi servizi su abbonamento di Amazon. E poi ci sono le possibili intersezioni con Twitch.
La concorrenza cresce
Amazon vuole ampliare il proprio presidio, in un settore sempre più affollato. Sony, con PlayStation Now, permette già l’accesso in streaming a 700 titoli. Anche Microsoft, con Xbox Game Pass, ha un servizio simile. Oltre ai due storici produttori di console, il nuovo arrivato è Google. Il 5 ottobre ha battezzato i test di Project Stream, al momento disponibile solo per un ristretto gruppo di giocatori. La piattaforma è nata da un accordo tra Google e Ubisoft (società francese che sviluppa e pubblica videogiochi) e permette ai giocatori di provare su portatili e pc (con il browser Chrome) l’ultimo capitolo di una saga di successo: “Assassin’s Creed Odyssey”. Il test è quindi partito con un solo gioco, un accesso limitato e gratuito. Ma, vista la concorrenza, è solo l’inizio.
Il futuro sulla nuvola
Perché questa corsa proprio adesso? La ragione non è solo una. Il settore è sempre più ricco, popolato da una platea appassionata e disposta a spendere. E l’interesse nei grandi gruppi tecnologici non è certo nuovo. A quanto pare, prima che Amazon ci mettesse le mani sopra, anche Google avrebbe tentato di conquistare Twitch. Nei prossimi mesi, poi, una spinta decisiva arriverà dalla tecnologia. I videogiochi in streaming sono uno dei settori in cui il 5G avrà un impatto immediato e tangibile. Il perché lo aveva spiegato Google al lancio di Stream: “L’idea di trasmettere contenuti così ricchi di elementi grafici e che richiedono una reazione quasi istantanea tra il controller e quello che vediamo sullo schermo pone una serie di sfide”.
Nelle serie tv e nei film, qualche secondo di ritardo è ammissibile. Lo è meno nelle dirette (vedi Dazn). E per nulla in una partita, dove serve una risposta “in millisecondi” senza “alcun degrado grafico”. Il 5G, tra i suoi vantaggi, ha proprio questo: un minore tempo di latenza. Cioè un intervallo praticamente nullo tra comando e risposta. La velocità con cui questi servizi progrediranno e gli utenti si adatteranno dirà molto sugli scenari futuri del settore. Se il gioco si trasferisse in cloud, il ruolo di console, componentistica e vendita dettaglio verrebbe completamente ridisegnato.
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