AGI – “Aove” è l’ultimo romanzo di Nicolò Govoni, attivista e presidente di Still I Rise, organizzazione che si occupa di minori e vulnerabili nel mondo attraverso due approcci educativi volti a fornire istruzione di alta qualità e garantire la protezione degli studenti.
“Aove”, edito da Still I Rise – Edizioni, è un romanzo ambientato a Cremona, una tranquilla cittadina dove non accade mai niente di particolarmente esaltante, dove tutto scorre secondo ritmi cadenzati e consuetudinari. Finchè non accade qualcosa: i corpi di tre bambine vengono ritrovati in un fiume. Il romanzo si tinge di giallo, perchè scatta subito la ricerca del colpevole.
E si punta dritto sugli immigrati che sono in città e hanno invaso le piazze, la stazione dei treni. Ma una delle bimbe uccise, o meglio qualcuna che le somiglia, bussa alla porta di casa. La verità è un’aa. Ed ecco riaffiorare il tema dell'”ao” e dell’ “Aove”, quello del posto giusto dove nascere, vivere, morire, della differenza fra “noi” e gli “ai”. Noi e loro. Un motivo valido per chiederci se non sia il caso riflettere un secondo di più prima di saltare alle conclusioni che poi possono davvero fare del male.
“La città è scossa per queste morti – racconta lo scrittore all’Agi – i suoi abitanti sono chiamati a guardarsi in faccia. Si salta a conclusioni affrettate, la colpa è subito dei migranti che hanno invaso la città, parte la caccia alle streghe. Il giallo in realtà è l’espediente per costringerci a entrare nella psiche dei personaggi, nella scoperta di una realtà ben diversa e frammentata. E’ una storia di persone che devono guardarsi dentro e ritrovarsi”.
Nicolò Govoni, scrittore, è un cooperante e presidente dell’associazione Still I Rise attraverso cui sono state aperte scuole di emergenza e scuole internazionali. Le prime si trovano in Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Nord Ovest della Siria. Le seconde sono in Kenya e presto in
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