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AGI – «Spero che anche i miei peggiori critici rimarranno su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola», così alle 18 del 25 aprile Elon Musk su Twitter, la piattaforma che avrebbe ufficialmente acquisito appena qualche ora dopo. Praticamente il primo tweet da padrone di casa. Le logiche di un’operazione finanziaria da 44 miliardi di dollari saranno materia di studio per gli analisti nei prossimi anni, nel frattempo però si è scatenato uno tsunami di reazioni: perché Twitter è anche casa nostra. Certo, conta poco più di 300 milioni di utenti, ma è senza ombra di dubbio il social network più influente nel dibattito politico e finanziario. Quello insomma, dove i follower contano per quanto pesano non per quanti sono.
I dipendenti
Follower a parte, Twitter è anche un posto di lavoro. Come in ogni società del mondo, il cambio al vertice è più o meno un terremoto, con onde telluriche si espandono dall’alto fino all’ultimo dei dipendenti: più di 7mila ne conta la società. Non appena la voce dell’acquisizione di Musk è diventata ufficiale il CEO di Twitter, Parag Agrawal, lunedì ha sollevato domande sul futuro del suo lavoro, sul consiglio di amministrazione della società e sui possibili licenziamenti. Incertezza sembra essere il termine più ricorrente. Anche se, sembra, al momento non sono previsti licenziamenti, per ora. Agrawal ha detto che sarebbe rimasto come CEO fino alla conclusione dell’accordo, ma non ha commentato cosa sarebbe successo dopo. Il consiglio di amministrazione della società si scioglierà invece una volta concluso l’accordo. I tempi? Entro la fine dell’anno.
I Radiohead e Jack Dorsey
Il 26 aprile alle 3.41 Jack Dorsey (sì proprio lui l’ex co-founder di Twitter) ha chiamato in causa i Radiohead di “Everything In Its Right Place” per dire la sua sull’operazione di Elon Musk. Dorsey ha dato
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