I dubbi di alcuni partiti sul super green pass 

AGI – Dopo il via libera al super green pass le forze politiche fanno i conti con la ‘stretta’ imposta dal governo “per salvare il Natale”. Il malessere evidente è nella Lega. Raccontano fonti parlamentari del partito di via Bellerio che ieri il primo convinto a disertare la riunione del Consiglio dei ministri era proprio Giorgetti. La norma che prevede il green pass rafforzato anche in zona bianca era ampiamente osteggiata dai leghisti riuniti per decidere il da farsi. Anche perché – spiega una fonte parlamentare – in un primo momento sul tavolo c’era pure la possibilità di estenderlo ai minori di 12 anni e allargare l’obbligo dei vaccini sui luoghi del lavoro. Poi con la mediazione nel Cdm sul limite temporale del super green pass nelle regioni dove è basso il contagio è arrivato il via libera e lo stesso ministro dello Sviluppo ha votato “per senso di responsabilità”.     

L’effetto Covid sui partiti

L’effetto Covid si fa sempre più sentire nei partiti. Il timore nel partito di via Bellerio – come spiega una fonte parlamentare – è quello di essere etichettati come il ‘partito dei no vax’ quando poi – si aggiunge – noi poniamo sul tavolo degli interrogativi per cercare di tenere unito il Paese.  Non è piaciuto, per esempio, quel riferimento del presidente del Consiglio Draghi in conferenza stampa sulla necessità che chi non è vaccinato rientri nella società. Il rischio è che si alimentino gli scontri nel Paese, il ‘refrain’. Tesi condivisa anche in Fratelli d’Italia. “Il Super green pass è divisivo”, insiste il presidente del partito, Meloni.     

Ieri proprio per evitare strumentalizzazioni il segretario della Lega ha scelto la strada del silenzio, ha lasciato che fosse il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga ad esporre la linea e a negare attriti interni. Chi

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