AGI – “Il cinema non è morto e lo dimostra il fatto che io abbia una sala e ora ne abbia comprata un’altra. Anche se questo è un discorso di nicchia, da boutique… Di certo pero’ da quando sono riaperte le sale dopo la pandemia, la mia è sempre piena di gente”. Quentin Tarantino risponde così nel corso della conferenza stampa in sala Petrassi all’Auditorium dove si svolge la XVI edizione della Festa del cinema e dove oggi pomeriggio riceverà il Premio alla carriera.
Tarantino sorride, anzi ride, e lo fa spesso, accompagnandosi con quella gestualità così attoriale e quella risata così travolgente che manda in estasi i fan presenti. E’ un fiume in piena e non si nega alle domande, dal processo creativo ai personaggi da lui creati, che ama o odia di più, dall’accettare le critiche anche quelle “spietate e non prendersela” fino al cambio delle sue priorità da quando è diventato padre. Solo una domanda, “sull’etica e l’epica” dei suoi film, resta senza risposta. Lui con garbo, la fa ripetere più volte al giornalista per comprenderne meglio il senso, ma alla fine rinuncia: è una “domanda troppo pesante” si arrende sorridendo.
L’incontro parte dal suo primo romanzo, pubblicato a giugno 2021, ‘C’era una volta a… Hollywood’, ‘novelization’ del suo omonimo film con protagonisti Brad Pitt e Leonardo Di Caprio. “Sono cresciuto leggendo libri che si basavano sui film, erano molto diffusi anni ’70, e ho pensato di farlo anche io” spiegando raccontando di aver provato a scrivere ‘Le Ienè: “Ho scritto i primi capitoli e mi sono detto, ma che c…o sto facendo? Ho capito che dovevo scrivere ‘C’era una volta a… Hollywood’. Avevo tanto materiale sulle scene tagliate e sullo studio dei personaggi, inoltre questo è un sottogenere, un romanzo su Hollywood “.
Il cinema non è morto, continua:
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