Prodi ‘passa il testimone’, Letta è il federatore del Pd

AGI – Il lungo abbraccio nella galleria Alberto Sordi, più che sugellare una pace, rinnova l’amicizia fra Enrico Letta e Romano Prodi. Un rapporto che era sembrato scricchiolare dopo le parole di Prodi che aveva richiamato la necessità di arricchire il programma del Pd oltre i temi dei diritti civili. A sentirselo riordare il Professore sorride sardonico: “E’ divertente come vanno le notizie. I titoli dicevano ‘Prodi bacchetta Letta’ ma nei pastoni non c’era traccia dei contenuti”.

Letta conferma che, anche in occasione della sua scelta di tornare in campo per il Pd, ha fatto uno squillo al Professore: “Come in tutti i passaggi chiave della mia vita ci sono poche persone a cui ho chiesto consiglio. Romano Prodi è una di queste“, dice il segretario dem. Più che una pace, la presentazione del nuovo libro di Romano Prodi è sembrata un passaggio di testimone da federatore a federatore. Una parola che è ricorsa a più riprese sulle labbra dei due ex premier.

Federatore è stato Romano Prodi, riconosce Letta, con l’Ulivo e i comitati che nascevano spontaneamente in tutta Italia mettendo insieme esperienze e capacità diverse attorno a un unico obiettivo. Qualcosa che ricorda molto da vicino le Agorà dmeocratiche a cui lavora da mesi il Partito Democratico e su cui il segretario dem punta per rilanciare un centrosinistra unito.

Federatore, dicono quasi all’unisono Prodi e Letta, fu anche l’avversario per antonomasia, Silvio Berlusconi, su cui Prodi non cambia idea dal punto di vitsa politico, ma a cui concede solidarietà per quello che riguarda la perizia psichiatrica a cui i magistrati vorrebbero sottoporlo. Indubbio che politicamente sia stato Silvio Berlusconi a federare il centrodestra arrivando così a vincere a più riprese.

Ed è ugualmente indubbio che a sconfiggere per due volte Berlusconi alle urne sia stato, unico fino ad ora, proprio Prodi.

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