Quando arriverà il primo smartphone pieghevole e chi lo farà

Quando arrivera il primo smartphone pieghevole e chi lo fara

FRED DUFOUR / AFP 

Richard Yu, Ceo di Huawei

La presentazioni di nuovo chip 5G, la promessa del primo smartphone pieghevole e una prova di forza. Questo è stato l’evento di Huawei a Pechino. Il gruppo cinese ha lanciato nuovi prodotti concentrati sulle reti di nuova generazione e offerto cenni sul suo stato di salute.

Lo smartphone pieghevole

Richard Yu, ceo della divisione consumer di Huawei, ha affermato la Mobile World Congress di Barcellona verrà lanciato “il primo smartphone 5G pieghevole”. Quindi non solo arriverà, ma arriverà in fretta: tra un mese. Non se ne conoscono ancora i particolari, per quanto il gruppo abbia già sottolineato nei mesi scorsi la volontà di esplorare questo tipo di dispositivi. Il prezzo lieviterà, probabilmente, ben oltre i 1000 dollari. Se, infatti, il 5G inizierà a essere integrato in top di gamma con prezzi paragonabili o poco superiori a quelli degli attuali, l’impressione è che i pieghevoli rappresentino una piccola avanguardia che non dovrebbe rivoluzionare immediatamente sul mercato anche a causa dei costi.

Il nuovo chip 5G

Se lo smartphone pieghevole è sicuramente l’annuncio più curioso, quello di maggior impatto tecnico riguarda il chip Balong 5000, il modem che – in accoppiata con il processore Kirin 980 – farà marciare gli smartphone Huawei. Balong 5000, afferma Yu, “apre agli utenti un mondo completamente nuovo”. Riduce i tempi di latenza (cioè l’intervallo tra “invio” e risposta) e consente di toccare velocità triple rispetto alla migliore fibra oggi presente in Italia.

Ma Yu sottolinea soprattutto lo scarto dai concorrenti. Che, come nello stile Huawei, il gruppo non ha paura di nominare: “A differenza dell’X50 di Qualcomm”, Balong 5000 integra anche le reti precedenti: 2G, 3G, 4G in colpo solo. Che, in un momento di transizione come quello dei prossimi anni pare una caratteristica non da poco.

Una filiera fatta in casa

Non solo smartphone: Huawei ha presentato anche il CPE Pro, il suo primo modem domestico per 5G. Sarà una soluzione, per ora disponibile solo in Cina, per raggiungere con connessioni veloci anche le zone senza banda larga. Più che concentrarsi sul singolo dispositivo, Huawei spinge quindi sulle reti e sulla propria autonomia: “Siamo stati i primi a fare progressi nelle tecnologie chiave per uso commerciale su larga scala del 5G”, ha affermato il direttore esecutivo Ryan Ding. “Huawei – ha affermato Yu – ha un set integrato di funzionalità su chip, dispositivi, servizi cloud e reti. Basandoci su questi punti di forza, come leader dell’era 5G, porteremo un’esperienza globale ispirata e intelligente ai consumatori globali”. Come a dire: con Balong 5000 e Kirin 980 fatti in casa e con le nostre reti, possiamo produrre ogni componente entro i nostri confini. Cosa che i concorrenti esteri non possono fare.

La crescita degli smartphone

Yu ha anche diffuso alcuni dati sulla divisione consumer (cioè dispositivi per gli utenti, soprattutto – ma non solo – smartphone): ha registrato nel 2018 un fatturato di 52 miliardi ed è cresciuta del 170% fuori dalla Cina. Ha sostenuto che le vendite “non stanno rallentando”, facendo quindi intuire che società avrebbe quantomeno confermato il tasso di crescita registrato nel 2017. Gli smartphone venduti sono stati 206 milioni (inclusi quelli del marchio Honor), tra i quali spiccano le cifre di dispositivi di fascia medio-alta come il P20 (17 milioni di unità) e il Mate 20 (7,5 milioni venduti da marzo 2018).     

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