Una startup per creare startup. Il modello Bizplace per trovare soldi e cofounder

Una startup per creare startup. Il modello Bizplace per trovare soldi e cofounder

“Ho fatto Bizplace dopo il fallimento della mia prima startup. Cercavo cofounder, e non ne trovavo”. Federico Palmieri, 23 anni, è amministratore delegato di Bizplace. L’ha lanciata alla fine del 2016 dopo essersi chiesto: “possibile che nel 2017 non esista una piattaforma che metta in contatto potenziali co-founder che vogliono avviare un progetto insieme?”. Possibile. Qualcosa come Bizplace, una piattaforma che mette in contatto idee con possibili cofounder e startup con investitori, in Italia non c’era. Ameno nulla che offrisse il ‘pacchetto completo’. Ha deciso di fare di un dubbio un’azienda.  

Come è nata l’idea di BizPlace? 

“Ero alla ricerca di un partner che avesse delle competenze complementari alle mie, che sono un programmatore, con cui dar vita ad una nuova startup. Cercai per diversi giorni online la soluzione al mio problema ma non riuscivo a trovare una valida piattaforma che mi supportasse nella ricerca di un co-founder. A luglio 2016 abbandonai quindi la mia idea originaria di startup per buttarmi nel costruire una piattaforma che risolvesse il mio problema e quello di altri imprenditori come me”.

Come funziona? 

“Il team di BizPlace, dopo aver selezionato il progetto, crea una strategia d’investimento congrua alle esigenze dell’imprenditore e all’oggettività del deal creando documentazione per la startup (investor pitch e business plan) specifica sul fundraising e mirata a mostrare agli investitori le potenzialità del progetto. Terminata questa fase BizPlace segue la startup nella selezione delle migliori tipologie di investitori presenti (corporate, fondi, angels, club deal etc.), sia all’intero del vasto network di BizPlace ma anche al di fuori, e li guida nel presentare nel miglior modo possibile il progetto agli stessi, mostrando la documentazione precedentemente redatta”.

Quali sono i risultati ottenuti finora? 

“Ad oggi BizPlace conta un tasso di successo sulla chiusura di operazione per le proprie startup tra i più alti d’Italia (il più alto come società di advisory) e vede un costante incremento di startup ed investitori che ogni giorno gli affidano la ricerca di capitali che, con il metodo BizPlace, non è più un traguardo così difficile per le startup”.

Avete ottenuto soldi da investitori?
“No, abbiamo avviato BizPlace in bootstrapping, partendo con finanze personali che abbiamo guadagnato facendo altri lavori”.

Come pensi di guadagnare da BizPlace? 

“Il business model di BizPlace si basa sul far pagare un prezzo all’imprenditore (una tantum o mensile) per pubblicare il suo progetto all’interno dell’Area Investors di BizPlace. Il costo varia da 49€ per la sola pubblicazione fino a 99€ (o di più) per ricevere anche consulenza e un mantenimento dei rapporti tra investitori e imprenditorie durante la trattativa”.

Qual è la ‘reazione’ delle startup italiane? 

“Inizialmente, come è giusto che sia, c’è stato molto scetticismo. Molti mi chiedevano: “ma come faccio a fidarmi di un co-founder che conosco in rete?”. La nostra risposta è sempre stata: “una persona conosciuta nel mondo ‘reale’ non può essere malfidata quanto una conosciuta online?” Attualmente c’è tanta stima e rispetto reciproco con gli startupper italiani”.

Un caso di successo della vostra piattaforma? 

“Due utenti veneti hanno avviato un business nel settore dell’esportazione dei prodotto vicentini in Florida. Erano due perfetti sconosciuti, non avrebbero mai avviato quest’azienda, e invece ora dopo essersi conosciuti su BizPlace stanno creando occupazione e ricchezza”.

Come funziona il rapporto con gli investitori che leggo nel vostro paper di presentazione? 

“Gli investitori presenti nella nostra piattaforma sono tra i più grandi fondi, associazioni e acceleratori presenti in Italia che investono in progetti e imprese innovative e tecnologiche. Con loro, che ringraziamo ancora per la fiducia che ci hanno dato, abbiamo un rapporto basato sul fare un lavoro continuo di screening per loro sui progetti che desiderano ricevere e con quelli più interessanti loro proseguono i contatti. Noi non riteniamo alcuna equity o percentuale dall’investimento”.

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