AGI – Meno lettori, anche se più affezionati. È un’Italia sempre più divisa quella che emerge dalla ricerca sulla lettura del Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e Associazione Italiana Editori (AIE) che è stata presentata al Salone internazionale del libro di Torino nel corso del convegno “Leggere in pandemia”.
Dallo studio, relativo al 2021, emerge come diminuisca la percentuale degli italiani che leggono, oggi al 56% (persone tra i 15 e i 75 anni che hanno letto almeno un libro anche solo in parte, compreso manuali, ebook e audiolibri) ma chi legge lo fa più di prima.
“La lettura è un’emergenza nazionale – ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi – e come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è proprio questa: le disparità all’interno della società italiana. Il mondo del libro è in buona salute, ma resta il grande tema del divario. Occorre portare tutte le fasce della popolazione ad una analoga possibilità di accesso alla lettura”.
La non lettura è sempre più connotata come una condizione correlata al livello socio-economico, culturale e geografico: le fasce più deboli (basso titolo di studio, basso livello tecnologico, area geografica di residenza, ecc.) e chi vive nel Sud legge sempre meno libri.
Legge meno chi guarda tutti i giorni le serie tv sulle piattaforme televisive e chi usa tutti i giorni o quasi i social.
Secondo i dati raccolti a settembre da Pepe Research e rielaborati dal Centro Studi di AIE, i lettori (15-75 anni) passano dal 65% del 2019 al 59% nel 2020, per scendere ancora al 56% quest’anno (per il 2019 e il 2020 sono state ricalcolati i valori medi: la ripresa che si era verificata tra maggio e ottobre 2020 non è stato sufficiente a recuperare le perdite accumulate nella prima parte dell’anno).
La fascia d’eta 15-17 anni
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