Le scritte oscene sui muri provano l’unità dell’impero romano

AGI – A coloro che alla lettura del titolo – “Oltre Pompei: graffiti e altre iscrizioni oscene dall’Impero Romano d’Occidente” – avranno sollevato il sopracciglio, o atteggiato il labbro ad un sogghigno, o accennato una risatina imbarazzata: la vostra espressione si bloccherà non appena avrete aperto la prima pagina di questo libro, che è un testo di altissima erudizione e raffinata filologia per lo studio dell’evoluzione della lingua latina volgare.

Ma questo dato di fatto spiazzante, cioè un lessico osceno analizzato scientificamente da glottologi, non impedisce una lettura decisamente divertente del testo. E i disegni graffiti, la cui qualità artistica non è il caso di commentare, nella loro caratterizzazione rozzamente erotica danno l’impressione di un’attualità sconcertante, perché, come si legge nell’introduzione, “hanno la varietà e i toni stessi della vita, crudi talvolta, ma efficacemente reali nel connotare situazioni, sentimenti e aneliti di uomini che non hanno fatto la Storia, ma sono senz’altro essi stessi momenti di quella storia che investiva la società dell’epoca”.

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